Monogamia o poligamia? O piuttosto, unione con un solo uomo o una sola donna o sesso libero? Difficile distinguere in un momento storico in cui le relazioni affettive tra esseri umani sono maggiormente indirizzate “all’usa e getta” (rapporti veloci, senza impegno, senza promesse) che alla stabilità. Difficile anche dire se questa sia la conseguenza dell’ideologia del sesso libero post 68, quando si teorizzavano le coppie aperte, le comuni, in realtà piuttosto passati di moda. Più che altro è la totale sfiducia che si è instaurata nell’idea che una relazione possa essere stabile a aver fatto trionfare questo modo di approcciarsi, complici le separazioni e i divorzi sempre più di massa, numericamente. Cose queste che nessun liberal dirà mai, ad esempio la nota attrice Scarlett Johansson che più volte è intervenuta dicendo che la monogamia non fa parte della natura dell’uomo, è solo una imposizione, che siamo nati per essere liberi di andare con chiunque per quanto tempo vogliamo. Neanche i matrimoni gay o le unioni civili, pensati come manna che avrebbero risolto ogni problema si sono rivelati funzionali alle relazioni stabili: ci si lascia allo stesso modo. In un articolo pubblicato sul sito americano The Federalist, si sostiene come negli ultimi cinque anni il sito della Cnn abbia pubblicato almeno tre articoli sul tema “Aprire la vostra relazione ad altri farebbe bene a voi e al vostro partner?”. Si dice anche come il sito Vox abbia inaugurato un programma su Netflix dove si spiega che la monogamia non è un fatto naturale.



LIBERAZIONE SESSUALE O DISCRIMINAZIONE?

Avendo per anni predicato la liberazione sessuale, si legge ancora, è curioso come adesso la sinistra liberal predichi che la natura non debba restringere i desideri di soddisfazione naturale: pillole per il controllo delle nascite, Viagra, interventi chirurgici sugli anziani dimostrano come, per queste persone, la natura dovrebbe assoggettarsi ai desideri umani. Questo succede, dice l’autore Adam Ellwager, perché di fatto a loro non interessa uno o l’altro modo di intendere i rapporti sessuali: quando la natura fa barriera contro la soddisfazione sessuale diventa un ostacolo da abbattere. E quando la natura permette questa soddisfazione, allora deve essere santificata e obbedita. Le contraddizioni di questa “filosofia” sono innumerevoli. Tornare a una sessualità basata sullo stato naturale, significherebbe che, in natura, lo si vede negli animali, l’idea di consenso sessuale non esiste, ad esempio. La nostra natura poi ci fa dirigere le nostre attenzioni in modo “naturale” verso coloro che sono fisicamente attraenti, è un dato di fatto, e giovani: questo vorrebbe dire rapporti discriminanti. Tutti gli altri, i brutti, i piccoli, i calvi, ne sarebbero esclusi. Fino all’estrema contraddizione che si scopre se si osserva il dibattito sui matrimoni gay a fondo e non in modo superficiale. Se diciamo che il tipo di sesso che si pratica non è una valida ragione per decidere chi debba sposare chi, allora perché numericamente ad esempio quattro persone adulte non possono sposarsi fra di loro? E poi: dopo anni di dure battaglie per ottenere il matrimonio fra persone dello stesso sesso, le stesse persone ci dicono oggi che la monogamia è innaturale. Quindi? Quello che si legge tra le righe, ancora una volta, è il desiderio di distruzione della famiglia tradizionale.

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