Il 25 aprile Matteo Salvini non sfilerà a fianco dei partigiani durante i cortei che da nord a sud popoleranno le piazze italiane. E’ stato lo stesso ministro dell’interno ad annunciarlo quest’oggi, in occasione della festa numero 167 della Polizia. Parole che, come era presumibile, hanno creato non poca polemica, a cominciare ovviamente dall’opposizione. Emanuele Fiano, firmatario di un progetto di legge contro la diffusione di tutti i gadget del Fascismo e del Duce, ha spiegato: «Noi ci auguriamo che il ministro dell’Interno sia in prima fila per combattere la criminalità organizzata tutti i giorni, come purtroppo sembra non fare. Ma il 25 aprile è il giorno della Liberazione. Cioè della rinascita della democrazia nel nostro Paese e ogni vero amante della nostra Repubblica dovrebbe onorarlo senza ma e senza se». Parole, quelle del leghista, che Fiano definisce “sciocche e sconcertanti”, accusando lo stesso ministro di strumentalizzare la lotta alle mafie per offuscare il valore di una giornata storica come quella del 25 aprile. Sul piede di guerra anche l’Anpi, l’Associazione Nazionale dei Partigiani Italiani: «È istituzionalmente doveroso – le parole della presidente Carla Nespolo – che Salvini esca dalla sua brutale propaganda contro una festa nazionale che ricorda tante donne e uomini sacrificatisi per ridare all’Italia la libertà sottratta dalla violenza e dai crimini del fascismo e del nazismo». (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SALVINI “IL 25 APRILE NON SFILO

Matteo Salvini è stato ospite quest’oggi della 167esima festa della polizia. Nell’occasione il ministro dell’interno ha rilasciato alcune dichiarazioni ai giornalisti presenti su svariati argomenti, a cominciare da quello che farà il 25 di aprile: il vice premier non dovrebbe partecipare al classico corteo della Liberazione, ma si recherà in Sicilia. «La lotta a camorra, ‘ndrangheta e mafia – le sue parole riportate dall’edizione online di Repubblica – è la nostra ragione di vita. Il 25 aprile non sarò a sfilare qua o là, fazzoletti rossi, fazzoletti verdi, neri, gialli e bianchi. Vado a Corleone a sostenere le forze dell’ordine nel cuore della Sicilia». Si torna a parlare anche delle scorte, alla luce anche delle recenti polemiche sorte dopo la protezione in favore dello scrittore Roberto Saviano, “acerrimo rivale” del leader del Carroccio: «Il sistema delle scorte va rivisto in base a valutazioni oggettive – afferma il titolare del Viminale – perché va difeso chi ne ha diritto, ma gli uomini e le donne delle forze dell’ordine non devono essere mai trasformati in autisti o accompagnatori personali».



SALVINI “IL 25 APRILE NIENTE SFILATA”

Salvini scherza anche sulla sua abitudine di indossare la giubba della Polizia: «Oserei dire colleghi poliziotti – ironizza il vice Premier in apertura del suo intervento – visto che mia figlia, che ha sei anni, pensa che sia il capo della Polizia. Ma Gabrielli stia tranquillo, sono pronto a fare il ministro ancora per un po’». Il vice-presidente del consiglio ha voluto fare i complimenti agli uomini della polizia, sottolineando come le nostre forze dell’ordine siano un modello, un esempio per i sistemi di sicurezza degli altri paesi: «non dobbiamo guardare a modelli altrui». L’esponente del governo ribadisce per l’ennesima volta come sia importante rimettere su strada il maggior numero possibile di agenti e cita De Gasperi: «È un onore e un privilegio essere qui con voi oggi. E sono orgoglioso di incontrarvi quotidianamente. Un grande statista come De Gasperi diceva che non bisogna guardare alle prossime elezioni ma alle prossime generazioni».

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