Il caso di Massimo Sacco, l’imprenditore romano detenuto negli Emirati Arabi in seguito ad una condanna a 27 anni per possesso di cocaina è stato al centro della nuova puntata di Chi l’ha visto, in apertura dell’appuntamento andato in onda ieri sera su Raitre. In studio anche Marina, sorella dell’uomo e la fidanzata Monia. L’uomo ha chiesto alla trasmissione di Raitre di far sentire ai telespettatori italiani la sua telefonata dopo 14 mesi di detenzione per paura di poter morire per via del trattamento che gli viene riservato nel carcere di Abu Dhabi. “Non ne posso più. Ho veramente paura di morire, di non farcela. Non so quanti chili ho perso, sono diventato una larva”: esordisce così il 53enne nella sua telefonata dal carcere di massima sicurezza dove è stato rinchiuso “come il peggiore degli assassini”. Quindi spiega, quasi in lacrime, come ha trascorso gli ultimi mesi, dormendo su una lastra di ferro, senza materasso e con appena una coperta “come nei lager nazisti” senza poter vedere neppure la luce del sole. Massimo ha spiegato di essere costretto a mangiare con le mani, da terra, in una busta di plastica in pessime condizioni igienico-sanitarie. “Siamo ammassati come bestie. Siamo in 270 con soli 180 posti letto”, ha aggiunto. L’imprenditore ha anche spiegato le condizioni disumane con cui è stato trasportato in carcere, letteralmente incatenato. “Sono stato torturato con stracci bagnati sul corpo perchè stavamo pregando Gesù Cristo, mi hanno rotto tre costole e con scosse elettriche ai genitali”, ha aggiunto.
MASSIMO SACCO, LA DISPERATA TELEFONATA DAL CARCERE
Monia era negli Emirati quando il fidanzato Massimo Sacco è stato arrestato. Viene arrestata anche la donna ma alla fine le viene fatto firmare un foglio in cui crede che sia la sua libera uscita ma con cui, in realtà, afferma che il fidanzato è uno spacciatore. Dalle parole dell’uomo non sembra affatto che la telefonata sia una farsa. “Sta male”, ha spiegato Marina, la sorella. Oggi Massimo si sente completamente abbandonato: “La mia ambasciata mi ha voltato le spalle”, ha commentato nella sua telefonata choc. Marina e Monia ora sperano di un intervento del nostro governo affinché riesca a convincere il sovrano a giungere ad un compromesso, anche se per questa pena non è previsto il perdono. In modo drammatico, nell’ultima parte della telefonata ammette la sua paura di morire. “Questa telefonata amore mio potrebbe costarmi la vita, portatemi a casa non voglio morire qui”, conclude in lacrime. Lacrime anche da parte delle due donne in studio, che sanno l’errore commesso ma al tempo stesso contestano il prezzo troppo alto che sta pagando.