È stata eseguita l’autopsia su Vincenzo Di Gennaro, il carabiniere ucciso a Cagnano Varano, in provincia di Foggia. Sono stati tre i colpi di pistola che lo hanno raggiunto uccidendolo: uno al torace, l’altro al braccio e poi all’addome. Quello letale ha provocato la rottura dell’aorta provocando la morte del militare nel giro di pochi minuti. Questo è quanto emerso dall’esame autoptico eseguito dall’équipe dell’Istituto di medicina legale degli Ospedali Riuniti di Foggia. Quindi, l’autopsia ha confermato quanto già emerso al primo esame esterno del corpo. Per l’omicidio è stato fermato Giuseppe Papantuono, pregiudicato di 64 anni. Deve rispondere di omicidio volontario e tentato omicidio aggravato dall’aver agito contro un pubblico ufficiale nell’esercizio delle sue funzioni e porto e detenzione di arma. Il militare ferito, Pasquale Casertano, ha trascorso la notte serena. Le sue condizioni sono stazionarie, ma i medici sono ottimisti.



CARABINIERE UCCISO A CAGNANO VARANO, PARLA LA FAMIGLIA

Per gli investigatori, Giuseppe Papantuono ha scaricato addosso ai due militari tutti e cinque i colpi contenuti nel caricatore della sua pistola calibro 9×21. Tre colpi hanno ucciso il maresciallo Vincenzo Di Gennaro, gli altri due hanno ferito al braccio e al fianco il commilitone Pasquale Casertano. Domani mattina sarà aperta la camera ardente nella sala consigliare di Palazzo di Celestini a San Severo, nel pomeriggio i funerali solenni. «È stato un grave lavoratore mio figlio», ha dichiarato il padre del carabiniere ucciso a “La Vita in Diretta”. La sorella invece ha raccontato: «Sacrificava la sua vita per il lavoro, era ligio al dovere, sempre attento e pieno di passione per il suo lavoro. Noi lo ricordiamo così, attaccato ai valori della famiglia e rispettoso nei confronti di tutti. Pieno di bontà d’animo». Ha parlato anche la donna, Stefania, che avrebbe dovuto sposare: «C’erano dei progetti, avevamo comprato casa e la stavamo arredando. Poi è finita così…».

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