Non solo Salvini, ma anche il premier Conte, l’altro vicepremier Di Maio e il Ministro dei Trasporto Danilo Toninelli risultano indagati dalla Procura di Catania per il caso della Sea Watch: «sequestro di persona commesso a Siracusa dal 24 al 30 gennaio 2019», l’inchiesta coinvolge l’intero board del Governo gialloverde che ha preso i comandi nei giorni più frenetici della nave ong carica di 47 migranti. Per tutti il procuratore Carmelo Zuccaro ha presentato richiesta di archiviazione al Tribunale dei ministri di Catania, che dovrà decidere sulla loro posizione entro i prossimi 90 giorni. Intanto il leader M5s Di Maio non manca di sottolineare la “diversità” di reazione in merito alle indagini ricevute per sequestro di persona: «Ho letto dell’indagine a carico del ministro Salvini, anche io sono indagato come Salvini ma non mi sento Napoleone. Abbiate pazienza, questo è un momento molto importante per il Paese, lavoriamo con il massimo del supporto». In diretta Facebook da Dubai, il vicepremier M5s ha poi rilanciato «Dobbiamo evitare fughe in avanti nel governo A me interessa proteggere l’Italia, quindi poche polemiche, mettiamoci a lavorare come squadra».



SEA WATCH, IL NUOVO CAOS POLITICO

Mentre al Ministro degli Interni è arrivata a stretto giro di posta la solidarietà di Giorgia Meloni, leader di Fratelli d’Italia, e nel Governo si apre un nuovo fronte col Movimento 5 Stelle (segnatamente Luigi Di Maio e la Ministra Elisabetta Trenta) in merito alla chiusura dei porto solo “temporanea”, emergono nuovi particolari in merito al nuovo procedimento che riguarda Matteo Salvini. Il procuratore della Repubblica Carmelo Zuccaro ha infatti già inoltrato al Tribunale dei Ministri gli atti del suddetto procedimento penale: a rivelarlo è stato lo stesso numero uno del Carroccio che però ha ribadito che per lui la linea non cambia e che i porti resteranno chiusi, nonostante risulti nuovamente indagato per sequestro di persona. In relazione al caso della Sea Watch, l’indagine era stata già avviata dalla Procura Distrettuale di Catania in merito allo sbarco dei 47 migranti il 31 gennaio scorso nel capoluogo etneo. (agg. di R. G. Flore)



LA SOLIDARIETA’ DI GIORGIA MELONI

Matteo Salvini è indagato per sequestro di persona nell’ambito della vicenda Sea Watch, che il ministro dell’Interno ha ricostruito secondo il suo punto di vista:”E’ la nave olandese che è intervenuta in acque libiche. Se n’è fregata dell’alt e delle indicazioni del governo olandese di andare in Tunisia e ha messo a rischio la vita delle decine di migranti a bordo per arrivare in Italia con un gesto politico”. Salvini ha continuato:”Sono arrivati in Italia, li abbiamo curati e li abbiamo fatti sbarcare e abbiamo lavorato per redistribuirli. Il risultato è che c’è un procedimento penale nei miei confronti”. Inevitabile che questa vicenda sortisca la reazione degli altri attori della politica italiana. In questo senso Salvini ha già incassato il sostegno di Giorgia Meloni:”Piena solidarietà di Fratelli d’ItaIia a Salvini, nuovamente indagato per aver svolto il suo compito di Ministro dell’Interno contrastando l’immigrazione illegale sul nostro territorio. Pronti a votare anche stavolta contro l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti”. (agg. di Dario D’angelo)



LEOLUCA ORLANDO:”SALVINI NON SI SOTTRAGGA A MAGISTRATURA”

Il ministro dell’Interno Matteo Salvini è nuovamente iscritto nel registro degli indagati per il reato di sequestro di persona, commesso in questo caso a Siracusa dal 24 al 30 gennaio 2019. Lo ha rivelato lo stesso leader della Lega, aggiungendo che è stata contestualmente avanzata richiesta di archiviazione nei suoi confronti. Il procuratore della Repubblica Carmelo Zuccaro, come riportato dal Sole 24 Ore, ha già inoltrato al Tribunale dei ministri gli atti di questo procedimento penale. L’inchiesta era stata aperta dalla Procura distrettuale di Catania dopo la trasmissione degli atti dell’indagine avviata dalla Procura di Roma sui tempi che hanno portato allo sbarco di 47 migranti della Sea Watch il 31 gennaio scorso. I responsabili della Sea Watch avevano infatti presentato un esposto in cui si chiedeva di valutare eventuale coinvolgimenti dei responsabili dei dicasteri dell’Interno e dei Trasporti. Il fascicolo era stato trasmesso a Siracusa, che ha sua volta li ha inviati alla Procura distrettuale di Catania, competente per territorio. Ora toccherà ai giudici di Siracusa decidere se assecondare la richiesta del pm o chiedere al Senato una nuova autorizzazione a procedere contro Matteo Salvini. Intanto il sindaco di Palermo Leoluca Orlando ha commentato all’AdnKronos: «Non sia tentato dal sottrarsi ancora una volta al giudizio della Magistratura con l’odioso ricorso all’immunità parlamentare per le vicende del tardato sbarco dei profughi dalla Sea Watch. La fuga dal confronto giudiziario suonerebbe molto come ammissione di colpevolezza». (agg. di Silvana Palazzo)

SEA WATCH, SALVINI INDAGATO: SEQUESTRO DI PERSONA

Il Ministro degli Interni Matteo Salvini è di nuovo indagato per un caso legato ad una nave Ong: dopo la Diciotti, ora è la nave Sea Watch 3 a portare il vicepremier della Lega al centro delle indagini delle procure siciliane per “sequestro di persona”. Non consentito tramite il voto in Parlamento il processo sul caso Diciotti, ora la Procura di Siracusa ha deciso di aprire un fascicolo indirizzato a Salvini in merito a quanto avvenuto tra il 24 e il 30 gennaio scorso proprio nel porto siciliano: «Sono stato iscritto a giudizio per un altro reato, un altro sequestro di persona che avrei commesso dal 24 al 30 gennaio 2019 a Siracusa. Il procuratore Carmelo Zuccaro mi comunica questa cosa. Ha chiesto l’archiviazione ma anche l’altra volta era andata così» ha spiegato stamattina il Ministro intervenendo all’apertura della nuova Questura di Monza. Il segretario della Lega ha poi letto “in diretta” gli articoli del codice che gli vengono contestati e la richiesta di archiviazione della Procura generale.

SALVINI, “MA I PORTI RESTANO CHIUSI”

Poi ha aggiunto, sempre rimanendo in tema di lotta all’immigrazione: «Sono nuovamente indagato ma finché faccio il ministro dell’Interno, i colleghi ministri possono dire quello che vogliono, anzi approfitto per rispondere a qualche ministro: per me i porti restano e resteranno chiusi. Possono aprire altri 18 procedimenti penali nei miei confronti, non cambio idea e non cambio atteggiamento». Si riapre dunque l’intera trafila vista negli ultimi mesi sul caso Diciotti, anche se al momento l’ipotesi di archiviazione – visto anche il precedente – potrebbe rimanere quella prioritaria sempre che il Tribunale dei Ministri non si attivi come già fatto a Catania mesi fa. In questo caso non si tratta di una nave della Marina Italiana, come la Diciotti, ma una nave di recupero migranti in mare gestito da una Ong internazionale e questo potrebbe cambiare qualche scenario: in quei giorni la nave umanitaria con bandiera olandese, raccolse 47 migranti al largo della Libia. Per 12 giorni l’imbarcazione rimase in mare alla ricerca di un porto sicuro dove approdare ma rifiutò di andare in Tunisia posizionandosi fuori dal porto di Siracusa, scatenando le ire proprio di Salvini e Toninelli. Come riporta Il Giornale, «La nave alla fine venne “dirottata” a Catania e i migranti, adulti e minori, sbarcarono solo il 31 gennaio. L’accordo politico europeo prevedeva che richiedenti asilo venissero ripartiti tra 6 Paesi, oltre all’Italia». Rispondendo poi sempre stamattina alle polemiche sui porti aperti sollevata da Trenta e Di Maio, Salvini conclude «Rispetto il lavoro del collega Di Maio che si occupa di lavoro, ma sui temi di controllo dei confini e di criminalità organizzata sono io a decidere. Se il ministro Di Maio e Trenta la pensano in modo diverso lo dicano in Cdm e faremo una franca discussione – ha proseguito – I porti con me rimangono indisponibili chiusi e sigillati ai trafficanti di esseri umani».