C’è qualcuno che si è invaghito di Rosa Bazzi. Lo rivela “La Provincia di Como”, secondo cui tra le mura del carcere dove la moglie di Olindo Romano è rinchiusa dal 2009 c’è un detenuto pazzo di lei. Della coppia si è scritto tanto, anche recentemente a causa dei nuovi sviluppi sul caso relativo alla strage di Erba, a partire appunto dai servizi de “Le Iene”, con le loro interviste. Ora però spunta un uomo che la settimana scorsa, durante un’udienza a Milano davanti al tribunale di sorveglianza, si è rifiutato di accedere al regime di semilibertà a cui avrebbe diritto per non lasciare il carcere e quindi non allontanarsi da Rosa Bazzi. Quel che non è chiaro è se l’amore sia corrisposto o se si tratti solo di un pretendente. E proprio ieri, per la prima volta dopo 12 anni, proprio dal carcere di Bollate ha parlato Rosa Bazzi a “Le Iene”, sostenendo nuovamente la sua innocenza e quella del marito, raccontando di aver visto un uomo nella palazzina della strage di Erba nei minuti precedenti il quadruplice omicidio. (agg. di Silvana Palazzo)



ROSA BAZZI, INTERVISTA A LE IENE

Dopo Olindo Romano, è stato il turno della moglie Rosa Bazzi, anche lei condannata per la strage di Erba all’ergastolo con l’accusa di aver ucciso Raffaella Castagna, il figlioletto Youssef Marzouk, la madre Paola Galli e la vicina di casa Valeria Cherubini. La Bazzi torna per la prima volta a parlare davanti a una telecamera dopo 12 anni e lo fa al cospetto di Antonino Monteleone e Marco Occhipinti, autori della nuova puntata incentrata sull’inchiesta per Le Iene. La donna, detenuta nel carcere di Bollate, secondo quanto emerso da tre differenti sentenze e 26 giudici, nonché la maggior parte dell’opinione pubblica, è uno dei mostri di Erba. L’intervista realizzata in carcere è stata trasmessa a due giorni dalla presentazione da parte di Azouz Marzouk, papà di Youssef e marito di Raffaella, di una richiesta di assunzione probatoria finalizzata a una istanza di revisione del processo, ancora una volta convinto dell’innocenza dei due coniugi Romano. Nel corso dell’intervista Rosa è apparsa particolarmente tesa e sin dall’inizio ha chiarito di non voler parlare del marito. Dopo un primo momento di blocco in cui sembra quasi trapelare l’intenzione della donna di interrompere tutto – “non ce la faccio” – la Bazzi ha commentato: “Non è come quel giorno lì che eravamo diversi…”, riferendosi all’incontro di qualche giorno fa con Monteleone, in assenza di telecamere.



STRAGE DI ERBA: ROSA BAZZI, “HO VISTO UN UOMO…”

Solo restando seduta accanto al suo avvocato, la detenuta riesce a sciogliersi iniziando così a parlare di quella verità processuale che la vede coinvolta insieme al marito Olindo della terribile strage di Erba dell’11 dicembre 2006. La Bazzi non ha nascosto la sua grande rabbia per l’incredibile episodio della scorsa estate, quando gli ultimi reperti rimasti furono bruciati proprio quando la Cassazione stava per dare il via libera alle analisi da svolgere in forma privata. Sotto ‘giuramento’, la donna ha così iniziato a ripercorrere ed a riferire tutto ciò che realmente sa sulla vicenda: “Oggi sono arrabbiata, pensavo di credere nella giustizia la ma giustizia italiana ha fatto proprio un buco nell’acqua”, ha commentato, riferendosi ancora alla distruzione delle possibili prove. Ritornando indietro con la mente, Rosa non ha negato i rapporti tesi avuti con i vicini di casa, al punto che pochi giorni prima della strage ci fu una violenta lite con Raffaella e Marzouk. Nega invece l’episodio secondo cui con il marito avrebbero addirittura pedinato la donna: “Era per un lavoro!”. L’attenzione si è poi spostata sull’alibi della coppia: entrambi raccontano che la sera lasciarono la corte di via Diaz per raggiungere Como, guardare le vetrine e poi cenare in un McDonald’s. Lo scontrino mostrato agli inquirenti mostra come ora le 21.37 ma Rosa spiega di essere andata con Olindo in giro prima di cenare al Mc. “La nostra uscita era programmata”, dice. E per la prima volta rivela un aspetto del tutto inedito, una presenza sospetta nelle ore precedenti alla strage: “Gliel’ho detto anche ai carabinieri, perché quando siamo usciti noi abbiamo visto un signore… però non ci hanno neanche ascoltato. L’abbiamo detto sempre al maresciallo Gallorini. Noi abbiamo visto un signore, con una borsa in mano aveva un giaccone e un cappello. E’ entrato nella corte, è entrato nella porta… con un sacchetto di plastica, questo me lo ricordo, perché questa cosa ce l’ho ancora nella mente”. Un uomo che Rosa non aveva mai visto in faccia.



LE CONFESSIONI PIENE DI ROSA E OLINDO

Eppure secondo la sentenza, l’uscita a Como di Rosa e Olindo sarebbe tutta una scusa per tentare di evitare l’arresto. La Bazzi però insiste: “Non abbiamo fatto niente”. E sulla confessione piena commenta: “Io ho confessato per prima”. Ma perchè ha confessato? “Bella domanda… chiediamolo all’Olindo, glielo chiediamo ai carabinieri…”, dice. Solo adesso, lei ed Olindo, sono riusciti a comprendere lo sbaglio: “Il nostro sbaglio è stato accollarci quello che ci dicevano i carabinieri, perchè abbiamo avuto fiducia del maresciallo Gallorini perché se non hai fiducia in un carabinieri, un maresciallo, di chi puoi avere fiducia? Come noi qua in carcere abbiamo fiducia, come io ho fiducia degli avvocati… se non abbiamo fiducia di qualcuno di quelli più in alto di noi”. Ancora oggi non sa spiegare il motivo di quella confessione, in qualche modo guidata a suo dire dagli inquirenti anche attraverso le foto della strage: “E’ stata una cosa non bella, è stata una cosa molto brutta… chi l’ha fatto veramente è stato atroce… cioè ho avuto proprio addosso una rabbia fortissima…”. Sul piano delle prove, non ce ne sarebbe nessuna in grado di provare scientificamente la presenza dei due coniugi sulla scena del crimine. “Sono entrati in casa nostra ci hanno ribaltato la casa, sono stati al piano di sopra, hanno ribaltato e non hanno trovato niente…”, dice. Sulla richiesta di revisione del processo da parte di Azouz, la Bazzi ha commentato: “Beh… mi fa piacere, sono molto contenta di questa cosa però lui lo sa chi è stato. Mi sto facendo 12 anni, mi son fatta… non capisco come mai se lo sa… se lui dice che siamo innocenti perché sa che non siamo stati noi… perché non dici chi è stato?”.

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