Secondo il critico e storico d’arte Vittorio Sgarbi, intervenuto con le consuete “frenetiche” modalità ieri sera a Quarta Repubblica, la spiegazione delle possibili cause è da ricercare all’interno delle strutture poste sotto il restauro cominciato su Notre Dame solo pochi giorni fa. «Dobbiamo essere attenti la prossima volta che si fa un restauro a mettere le impalcature in sicurezza. Le fiamme sono divampate per un corto circuito nella struttura montata per il restauro»: l’ipotesi in effetti rientra nelle pratiche già catalogate dagli inquirenti francesi nei primi attimi dopo il tragico rogo nella Cattedrale anche se al momento non si può avere la piena certezza sull’effettiva consistenza di tale ipotesi. Nella sua trattazione, Sgarbi poi si “lascia andare” in un personale commento su quanto perso/non perso all’interno della Chiesa di Nostra Signora: «All’interno non ci sono opere antiche, ci sono i muri e alcuni affreschi del secondo 800. Non è come una chiesa italiana che ha un palinsesto secolare. L’arredo è di strutture neogotiche, tipo E.T., cose scenografiche nessun capolavoro. Ma cosa abbiamo perso di Notre-Dame? Ditemi un nome, ditemi un monumento, una statua, una scultura. La corona di Cristo? E’ una reliquia finta. La parte importante è nelle due torri, restate intatte». (agg. di Niccolò Magnani)



LE IPOTESI DELLA PROCURA DI PARIGI

E’ stato completamente domato l’incendio divampato dalla serata di ieri presso il tetto della cattedrale di Notre Dame di Parigi. Un evento drammatico che è stato seguito in diretta tv da praticamente ogni parte del globo, e che ha portato alla distruzione di gran parte di una delle chiese più belle e visitate al mondo. Il giorno dopo il disastro, in quel del cuore della Francia si cerca di capire cosa sia andato storto e cosa abbia provocato le fiamme che hanno distrutto il tetto di Notre Dame e la lunga guglia centrale da 40 metri. Gli inquirenti hanno aperto un’indagine al momento contro ignoti per fare chiarezza, ed è stata totalmente esclusa l’ipotesi dolosa, quindi nessun atto criminale ne tanto meno terroristico intenzionale («Non c’è nulla che porti nella direzione di un gesto volontario», ha detto il procuratore, Rémy Heitz). Che cosa è successo quindi? Fra le ipotesi più accreditate, come riporta il quotidiano francese Le Parisien citato dal Corriere della Sera, vi sarebbe quella di un errore umano da parte degli operai che stavano lavorando sulle enorme impalcatura posizionata sopra la stessa cattedrale. In particolare, l’incendio sarebbe divampato dopo una fiammata provocata da un lavoro di saldatura sul telaio di legno del tetto della stessa Notre Dame.



NOTRE DAME, QUALI SONO LE CAUSE DELL’INCENDIO?

Da una fiammata sarebbe quindi scaturito l’inferno che ha poi avvolto la cattedrale parigina. «C’erano cinque imprese nel cantiere – le parole di Heitz – vogliamo iniziare a sentire le prime quindici persone, quindici operi, che sarebbero stati ieri al lavoro. Ieri gli allarmi sono scattati due volte: la prima alle 18:20, ma dopo un’ispezione non era stato trovato fuoco. La seconda alle 18:43, e il fuoco a quel punto c’era». Nuove indiscrezioni che cozzano invece con quanto emerso nelle ore immediatamente successive l’incendio, in cui si specificava che al momento del rogo non vi era nessuno al lavoro. Cinque erano le imprese impegnate nei lavoro di restauro, e in queste ore tutti gli operai all’opera saranno interrogati (circa 15), dallo stesso procuratore, che ha aggiunto che le indagini saranno lunghe e complesse ma che prima o poi si scoprirà con certezza che cosa ha originato questo terribile incendio. Il problema principale resta trovare indizi su quanto sia accaduto, visto che l’incendio è scaturito sul tetto, che per due terzi è andato completamente distrutto.

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