Lucia Panigalli ha rischiato di morire per mano del suo ex compagno, Mauro Fabbri, nel 2010. Nove anni fa a Bondeno, in provincia di Ferrara, tentò di accoltellarla per poi finirla a calci e pugni, ma non riuscì nel suo intento e venne condannato a 9 anni e 4 mesi di carcere per tentato omicidio, sentenza confermata in cassazione. Ma Lucia non si sente ancora sicura, e le sue paure sono legate a quanto accaduto nel 2015: l’ex fidanzato aveva infatti commissionato l’omicidio di Lucia da dietro le sbarre, pagando 25mila euro ad un detenuto bulgaro. «Sto annunciando la mia morte, lo dico da anni, ma nessuno fa niente – racconta la povera Lucia intervistata dai microfoni del programma “Chi l’ha Visto?” di Rai Tre – ormai la mia casa è un bunker, io sono in prigione e quando esco sono nelle mani di Dio, magari è fuori in questo momento, magari ha un permesso che gli spetta per legge. Io lo sto urlando dal 2010 che sono in pericolo, cosa stanno aspettando?». Per l’omicidio commissionato, dopo apposito processo, Mauro Fabbri venne completamente assolto: «Assolto perché il reato non è previsto dalla legge – le parole dell’ex – non si possono fare processi alle intenzioni: le persone possono parlare fra di loro ma se il delitto non viene commesso siamo nel campo delle illazioni, ma qui andiamo oltre, ci sono le prove, c’è il pagamento in denaro».
LUCIA PANIGALLI “TEMO PER LA MIA VITA”
Lucia torna quindi a quegli attimi terribili del 2010, in cui rischiò seriamente di morire. Mauro l’aspettò fuori di casa con un passamontagna in testa e un coltello in mano: «Quando l’ho visto continuava a dirmi “ti uccido” sussurrandolo come fosse un film horror. Gli ho tolto il passamontagna ed ho visto un viso che non aveva nulla di umano, pupille sbarrate, senza umanità, senza espressione. Il ricordo successivo è che mi sono svegliata e vedevo tanto sangue… non si sa per quale intervento divino la lama si è spezzata». Mauro fece di tutto per provare ad uccidere Lucia: «Mi ha sbattuto la terra per testa provando a tramortirmi, ma visto che non perdevo i sensi mi ha iniziato a prendere a calci come se si tirasse un rigore. Io provavo a scappare ma lui mi riprendeva e mi ributtava a terra e a darmi altri calci». Lucia teme per la sua vita, ha paura che quell’uomo voglia ancora “vendetta” e sia pronto ad un altro gesto folle: «Ha maturato 225 giorni per buona condotta, se questa è buona condotta io voglio andarmene da un’altra parte».