Vi è mai capitato di raccontare al lavoro di aver avuto un malanno o una giornata particolarmente difficile il giorno prima e di vedere in risposta da qualche collega “sì ma nulla rispetto a quanto ho sofferto io.”? Ecco, con le dovute distanze e differenze, quanto ha fatto stamane Michela Murgia (scrittrice sarda, femminista e attivista pro-Ong) sul drammatico incendio di Notre Dame si avvicina a quel “paragone” (e usiamo un eufemismo). In un lungo post rilanciato su Instagram, la Murgia – che nei giorni scorsi si è resa protagonista di una polemica “a distanza” con il giornalista Nicola Porro considerato “disonesto intellettualmente” solo perché non condivide le stesse teorie e battaglie della scritti sarda – ha commentato il dramma dell’incendio a Parigi con un ben poco “leggera” contestazione sulle reazioni immediate del mondo e dell’Europa: «pur nel rammarico per un’opera mirabile che va in fiamme, continuo a leggere frasi enfatiche e catastrofiste, tipo che l’incendio al tetto di Notre Dame sarebbe “un colpo simbolico al cuore dell’Europa». Ecco, la scrittrice di sinistra attacca a quel punto i vari “commentatori” lanciando frecciatine anche al Governo attuale compiendo una “classifica” di valore difficilmente comprensibile: «ai millenaristi della capriata evidenzierei che la struttura portante della cattedrale – parole dei pompieri e del Ministro preposto, che per fortuna loro non è Toninelli – è integra e Macron ha detto che il tetto sarà costruito. Inoltre tutte le opere e le reliquie sono state messe in salvo e non c’è stata alcuna vittima». A parte il “trascurabile” elemento che Toninelli non è il capo dei Vigili del Fuoco né delle Forze dell’Ordine, per la Murgia è necessario che ognuno ripensi a quanto detto e scaturito come impatto davanti a quelle fiamme e se lo “rimangi” pensando a ben altri problemi più gravi.



MURGIA, NOTRE DAME E ONG: LE “INUTILI” CLASSIFICHE

Ecco dunque la seconda e “decisiva” parte del post di Michela Murgia che non poche polemiche ha generato su Instagram: «se penso che solo tra gennaio e marzo nell’indifferenza europea nel Mediterraneo sono morte 274 persone per mancanza di corridoi umanitari e per la criminalizzazione delle navi civili di soccorso, mi viene da dire che “il colpo al cuore dell’Europa” forse lo stiamo guardando dal lato sbagliato». Tradotto, la morte dei migranti e la guerra contro le Ong di mezza Europa non può essere paragonata al pur doloroso incendio provocato a Notre Dame. Bene, ma il paragone chi lo ha posto in essere? I francesi? I pompieri? I commentatori? Non ci sembra: è la scrittrice a voler mettere l’accento su una battaglia (giustissima e di cui condividiamo in pieno la denuncia), “screditando” chi invece ritiene che quanto avvenuto a Parigi sia un colpo simbolico molto duro per l’intera cultura e tradizione religiosa del nostro continente. Come se ci fosse sempre bisogno di un “termometro” delle emozioni, delle battaglie politiche o sociali che stabilisca cosa è “giusto” e cosa è “meno meritevole”. Una “classifica” che dica per quali eventi bisogna scandalizzarsi e commuoversi e per quali invece non ne vale la pena. Per una volta il mero “silenzio” potrebbe anche essere una scelta condivisibile, non trovate? Si può essere dispiaciuti e shoccati per Notre Dame e allo stesso tempo indignati per le continue morti nel Mediterraneo: insomma, si può essere liberi anche senza il “pensiero unico” imposto. O no?

SAVIANO “LA MURGIA HA RAGIONE!”

E non solo Michela Murgia intende affrontare il “tema” nella modalità “classifica”: poche ore dopo il post della scrittrice sarda, è un altro autore arcinoto ad esprimersi su Facebook con toni e opinioni assai simili. «Osservare il dolore dell’Europa e del mondo intero per le fiamme di Notre Dame ha dato conforto per la tragedia. Il dolore per l’incendio ha fatto sentire appartenenza alla storia europea, ma con Notre Dame a bruciare non è stata l’Europa. L’Europa è in fiamme? No. Credo piuttosto che l’Europa sia annegata nel Mediterraneo insieme alle centinaia di migliaia di migranti che in questi decenni sono morti senza che nemmeno ci sia giunta notizia della loro fine», scrive Roberto Saviano lasciando così un altro (indiretto) riferimento alle colpe dei vari Salvini, Le Pen e Orban. «Europa è terra di Diritto, la sua cattedrale più imponente e più preziosa è il Diritto e si sta inabissando da molto tempo – continua lo scrittore di Gomorra – Gli 800mila esseri umani imprigionati e resi schiavi in Libia, e ora in grave, gravissimo pericolo più che nei mesi scorsi, sono il fallimento di un’idea e di un progetto, quello europeo, che va nella stessa disumana direzione di chi dice di volerla abbattere perché debole nel trattare la questione migranti». Da ultimo, per affondare di nuovo il colpo verso quel “pensiero unico” di cui sopra, Saviano sentenzia «L’Europa sta affondando e, mentre ci affanniamo a sperare che una cattedrale venga ricostruita, ignoriamo le centinaia di migliaia di vite che in questo momento, anche per causa nostra, stanno vivendo l’inferno. Ha ragione Michela Murgia: il colpo al cuore dell’Europa lo stiamo guardando dal lato sbagliato».

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