Dove si trova Natasha Chokobok? La 29enne di origini ucraine è scomparsa da Legnago, nel veronese, da una settimana a questa parte, e in questi ultimi sette giorni non ha dato segni di vita. La Vita in Diretta ha intervistato Alin Rus, il 35enne compagno rumeno della scomparsa, che ha raccontato cosa è successo la sera del 9 aprile, quella della sparizione: «Sono stato tutta la notte sveglio, ho chiamato anche mia sorella in Romania. Verso le 22/23 sono andato a denunciare la sparizione alle forze dell’ordine». Secondo la mamma di Natasha, il suo compagno l’avrebbe picchiata più volte e nel 2017 l’avrebbe malmenata in maniera pesante: «Non l’ho picchiata quella sera, non è vero quello che dicono i parenti. Nel 2017 non è svenuta, ci sono le carte, sono tutte cose che dice la mamma. Io e lei andavamo d’accordo a parte qualche baruffa in famiglia, ma non le avevo mai alzato le mani». Quindi l’appello finale: «Voglio che lei torni e voglia che la bambina la riveda per farla stare bene». Le forze dell’ordine la stanno cercando lungo il corso dell’Adige ma sarebbero davvero poche le chance di ritrovarla in vita. Natasha non sarebbe mai uscita da sola, essendo legatissima alla figlia, e tra l’altro non ha portato con se il telefono e i documenti: dove è finita? Un mistero e al momento si brancola nel buio. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



NATASHA CHOKOBOK SPARITA DA LEGNAGO

E’ mistero in provincia di Verona, precisamente a Porto di Legnago, dove da una settimana a questa parte è scomparsa Natasha Chokobok. Si tratta di una 29enne di origini ucraine, che ha fatto perdere ogni traccia di se dalla sera del 9 aprile, martedì scorso. Come riferisce l’edizione online de Il Giornale, le forze dell’ordine e i volontari sono alla ricerca della ragazza dell’est Europa, madre di una bambina di soli sei anni, anche perché la mamma della stessa sembra fortemente convinta che sua figlia non sia sparita di sua spontanea volontà: «Non avrebbe mai abbandonato la sua bambina – spiega ai microfoni del quotidiano di Verona L’Arena – nemmeno per fuggire da quella vita difficile che il suo compagno la costringeva a fare, privandola perfino della libertà di telefonare a noi familiari o di comprarsi una maglietta da cinque euro. Tanto che se qualcosa non andava come diceva lui, per mia figlia erano solo botte». Elena Mihai, la madre di Natasha, è quindi convinta che sua figlia sia stata fatta sparire dal compagno, un ragazzo di 35 anni di origini rumene, o che comunque vi sia lui dietro alla sparizione della ragazza.



NATASHA CHOKOBOK SCOMPARSA DA LEGNAGO

«Alzava le mani su di lei per un nonnulla – ha proseguito nel suo racconto Elena – non era insolito vederla con dei lividi. Nel 2017 l’aveva riempita di botte al punto che lei era fuggita in bicicletta cercando di raggiungere l’ospedale. Un passante la notò per terra, svenuta sull’argine. La portarono con l’ambulanza al Pronto soccorso». Gli inquirenti hanno ovviamente interrogato anche Alin Rus, il 35enne rumeno di cui sopra, che ha rimandato al mittente ogni accusa, spiegando di aver cercato la sua fidanzata la sera della scomparsa: «Ho perlustrato l’argine in auto fino a Badia Polesine. E quella sera, la mia compagna non era affatto vestita a letto. Ha indossato gli abiti solo per gettare il sacchetto della plastica. Poi non è più rientrata». Insomma, secondo Alin la sua compagna se ne sarebbe andata di sua spontanea volontà, mentre la madre pensa che sia stata rapita o peggio ancora uccisa: quale delle due versioni sarà quella corrispondente alla realtà?

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