In Piazza San Pietro stamattina c’era anche Greta Thunberg, la giovane attivista svedese in visita a Roma per portare avanti la sua battaglia contro l’inquinamento. Ha incontrato personalmente il papa al termine dell’Udienza del mercoledì a cui ha stretto la mano e con cui ha scambiato alcune parole. Indosso, aveva un cartello con la scritta “Join the climate strike”, unitevi allo sciopero per il clima. Alla vigilia del triduo pasquale, il papa, che in queste settimane sta dedicando l’Udienza del mercoledì a una catechesi sul Padre Nostro, si è soffermato su tre momenti, le parole con cui Gesù ha pregato Dio: dopo l’ultima cena, nel giardino dei Getsemani e sulla croce. «Padre è venuta l’ora, glorifica il Figlio Tuo» sono le parole da Lui pronunciate dopo l’ultima cena: di quale gloria si tratta? È forse la gloria del mondo? «La gloria nella Bibbia segna il rivelarsi di Dio. Gesù è colui che manifesta in modo definitivo la salvezza di Dio. La gloria di Dio è tutta amore, amore puro folle e impensabile, al di là di ogni limite e misura». La vera gloria è dunque la gloria dell’amore, al centro non c’è l’io, ha detto, ma l’altro. Nel giardino dei Getsemani Gesù vive l’angoscia per quello che gli sta per capitare: Abbah, padre, la preghiera più tenera: «Nei nostri Getsemani, perché ognuno li ha, li ha avuti o li avrà – osserva il Papa -, spesso scegliamo di rimanere soli anziché dire “Padre”. Ma quando nella prova restiamo chiusi in noi stessi ci scaviamo un tunnel dentro che ha un’unica direzione sempre più a fondo in noi stessi«.
IL SALUTO AI PELLEGRINI FRANCESI
«Il problema più grande – afferma il Papa – non è il dolore ma come lo si affronta: la solitudine non offre via d’uscita, la preghiera sì perché è relazione, è affidamento». «Quando entriamo nei nostri Getsemani, ricordiamoci di pregare così: “Padre”». Infine quando è ormai in punto di morte sulla croce dice: «Perdonali perché non sanno quello che fanno». E’ il culmine dell’amore, ha spiegato il papa, il perdono, il dono all’ennesima potenza che spezza il circolo del male. Finita la catechesi Francesco ha salutato i pellegrini di lingua francese esprimendo loro affetto e vicinanza dopo l’incendio della cattedrale di Notre Dame: A quanti si sono prodigati anche rischiando di persona va la gratitudine di tutta la Chiesa. La Vergine Maria li benedica e sostenga il lavoro di ricostruzione, possa essere un’opera corale a lode e gloria di Dio.