I fratelli Castagna, Beppe e Pietro, si sono rivolti alla procura di Como contro l’ex cognato Azouz Marzouk, che ora rischia di essere indagato, e finire a processo, per diffamazione a mezzo stampa. Nel mirino sono finite le dichiarazioni sulla strage di Erba del tunisino che da tempo solleva dubbi sulla colpevolezza di Olindo Romano e Rosa Bazzi condannati in via definitiva all’ergastolo per il quadruplice omicidio. Recentemente Azouz, che vive in Tunisia, ha chiesto la revisione del processo, ma ancor prima aveva lanciato frecciatine sempre meno velate. Le denunce riguardano infatti alcune affermazioniin cui lascerebbe intendere che chi ha ucciso lo avrebbe fatto per avere l’eredità. L’avvocato Massimo Campa ha annunciato all’AdnKronos che «verranno denunciate le dichiarazioni rilasciate lo scorso 12 aprile da Marzouk», nel corso di un collegamento telefonico in un programma tv in prima serata e riprese da altre testate, «secondo cui i veri responsabili della strage sarebbero persone a lui note, entrate a processo come testimoni e mosse dall’interesse di eliminare Raffaella e Youssef – con evidente allusione al tema ereditario – così individuando in maniera chiaramente intellegibile i fratelli Castagna». Stando a quanto riportato dall’AdnKronos, sono due le querele presentate, ma il numero potrebbe aumentare. E le denunce potrebbero riguardare anche chi sui social ha sospettato e insultato i fratelli Castagna che nella strage hanno perso, oltre alla sorella Raffaella e al nipote Youssef, anche la madre Paola Galli. (agg. di Silvana Palazzo)



“BUCHI NERI” NELL’INDAGINE SULLA STRAGE DI ERBA?

Continua a tenere banco la vicenda della strage di Erba. A sollevare il caso è stata la trasmissione Le Iene, che ha intervistato Olindo Romano e Rosa Bazzi, i due accusati di aver ucciso quattro persone la sera dell’11 dicembre 2006. Molti coloro che credono nell’innocenza dei due coniugi di Erba, a cominciare dal giornalista de Il Giornale, Felice Manti, che ha seguito da vicino tutta la vicenda da 13 anni a questa parte: «Il processo e l’indagine – le parole ai microfoni del programma “Storie Italiane” di Rai Uno – hanno mostrato a nostro avviso dei grandi buchi neri che nel corso delle indagini e degli anni sono venuti fuori in maniera sempre più deflagrante, dietro le tre prove regine vi sono situazioni da esplorare e che fanno intendere che in tutti i 3 casi c’è qualcosa che non sia andata nel verso giusto. Da più parti si chiede una revisione del processo per vedere se sia stato giusto ed equo, cosa che a mio avviso non è stato. Lo chiedono i condannati e lo chiede Azouz Marzouk, che sin dall’inizio ha nutrito dubbi, e oggi si è reso conto, come dal mio punto di vista, che non sono loro i responsabili della strage di Erba».



STRAGE DI ERBA: IL PENSIERO DI BEPPE CASTAGNA

Storie Italiane ha intervistato anche Beppe Castagna, il figlio di Carlo Castagna nonché il padre della moglie di Azouz Marzouk, uccisa dai coniugi Romano: «Mi sembra assurdo dire che Rosa e Olindo siano innocenti, però ognuno creda a quello che vuole, si può credere a Babbo Natale, alla terra piatta, e si può credere che c’è stato un complotto dietro all’arresto di Rosa e Olindo, però da lì a passare ad infamare altra gente (come gli stessi fratelli Castagna ndr)…». Secondo Beppe Castagna, Azouz sarebbe molto arrabbiato perché non avrebbe ricevuto un euro dal processo: «Credo che Azouz sia molto arrabbiato – prosegue – perché non ha mai preso un euro come invece voleva, perché i soldi dei Romano sono finiti a Frigerio». Si è parlato anche di un omicidio architettato ad hoc dagli stessi Castagna per una questione di eredità: «Non c’era nessun problema ereditario – afferma Beppe Castagna – è una cosa assurda e ridicola, lo dice uno che non conosce la situazione. Vorrei capire come avremmo potuto essere tanto scaltri da riuscire a compiere una strage simile facendo morire tutti quanti assieme. Noi eravamo soci di mio padre nella società quindi non capisco quale sarebbe questa eredità, e poi avevamo fatto dei testamenti per evitare casini proprio per l’eredità, è una tristezza che si pensi che per soldi io, mio fratello e mio padre, abbiamo agito a fare un massacro simile».

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