Prosegue l’indagine per scoprire che fine ha fatto Samira Sbiaa, scomparsa 17 anni fa da Settimo Torinese. Le ossa rinvenute nel giardino del marito Salvatore Caruso sono di un animale, ma spunta una nuova pista come riporta Pomeriggio 5: a 4 chilometri dalla casa di Salvatore Caruso c’è un orto abusivo utilizzato dall’uomo, che interpellato dai carabinieri ha affermato di non ricordarne la zona precisa. E spunta un altro particolare, riportato da un giornalista di Cronaca Qui: «Una signora, una vicina di casa, una notte vide un uomo che spingeva un sacco nel giardino e lo seppellisce, mettendolo all’interno di una buca. Non ci ha fatto particolare attenzione, ma dopo qualche mese, sapendo della scomparsa di Samira, questa donna collega i due fatti senza avere il coraggio di rivelarlo a qualcuno. Solo qualche anno dopo, malata in punto di morte, contatta il prete della sua parrocchia per togliersi il peso dalla coscienza…». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



OSSA RITROVATE SONO DI ANIMALI

E’ arrivata in serata la notizia che in tanti aspettavano in merito agli esami in corso sulle ossa ritrovate nel giardino di via Petrarca, a Settimo Torinese. Secondo quanto riferisce Corriere.it, apparterrebbero tutte ad animali. Resta dunque il mistero attorno alla scomparsa della 32enne Samira Sbiaa, della quale non si hanno più notizie da 17 anni. Samira viveva con l’allora suo compagno Salvatore Caruso, unico indagato per l’omicidio della ex moglie e che proprio lui aveva spiegato potessero trattarsi di ossa di animali. Alla notizia ha commentato: “Ve lo avevo detto. Continuo a dire di non saperne nulla. Samira mi ha lasciato e si è portata via dei soldi. Sono stato bidonato. Per questo l’ho anche denunciata”. Eppure la famiglia della donna, in particolare la sorella Nadia, agli inquirenti ha raccontato un’altra versione: la 32enne avrebbe raccontato loro di subire violenze e minacce in casa. In merito ai resti rinvenuti sotto il ciliegio, è stato confermato che appartengono a degli animali, probabilmente dei maiali alla luce della struttura ossea dei frammenti ritrovati. (Aggiornamento di Emanuela Longo)



“ANALISI SUI REPERTI IN CORSO”

Proseguono le indagini in quel di Settimo Torinese, in merito alla scomparsa di Samira Sbiaa, la donna marocchina che non si trova da 17 anni a questa parte. Sul registro degli indagati c’è il marito, Salvatore Caruso, che secondo l’accusa avrebbe ucciso la donna per poi sotterrarla nel giardino di casa. Proprio per questo nelle scorse settimane gli inquirenti hanno iniziato a scavare nella proprietà dello stesso indagato, e due giorni fa sono state ritrovate delle ossa. Non si sa se siano umane o meno, ma ad un primo impatto sembrerebbero essere uno sterno e una parte superiore del femore, due fra le ossa più grandi che si trovano all’interno di un corpo umano. Probabile che appartengano proprio a Samira? I sospetti sono molti, e ancor di più per via del fatto che nel luogo del ritrovamento sono state rinvenute anche delle scarpe rosse col tacco: anche queste appartengo forse alla magrebina scomparsa nel 2002?



SCOMPARSA SAMIRA SBIAA, RITROVATE OSSA

Difficile dirlo ora come ora, e soltanto da analisi approfondite si capirà se quelle ossa siano umane, e soprattutto, se siano della Sbiaa. Il prossimo step sarà quindi quello di identificare le origini dei reperti ossei rinvenuti, ed in secondo luogo, capire eventualmente di chi siano: la prima operazione sarà abbastanza veloce, ma per la seconda bisognerà attendere un po’. La trasmissione di Rai Tre, che da anni sta seguendo con costanza la vicenda, ha intervistato il procuratore di Ivrea, Giuseppe Ferrando, per avere gli ultimi dettagli sul caso Samira Sbiaa: «Sono in analisi tutti i reperti ossei – spiega – che sono molti e che sono stati sequestrati nel giardino di casa di Salvatore Caruso. L’analisi avviene in questo modo: prima viene effettuata una visione di un antropologo che valuta le ossa, poi le stesse vengono suddivise e classificate, e solo alcune di queste vengono poi sottoposto ad un’analisi del dna con l’utilizzo dell’azoto liquido. Nei prossimi giorni – aggiunge e conclude il procuratore – capiremo se si tratta di ossa umane oppure animali».