Il mondo si tinge letteralmente di blu in quella che è la Giornata Mondiale dedicata all’Autismo e in tutto il pianeta sono state organizzate manifestazioni ed eventi per parlare e far conoscere i cosiddetti disturbi dello spettro autistico da cui sono affette sempre più persone. E tra le testimonianze di spicco a sostegno di questa kermesse internazionale c’è stata anche quella di Greta Thunberg, la giovanissima attivista svedese che ha deciso di pubblicare un post sul proprio profilo Facebook e in cui ha parlato dell’autismo come non certamente di un dono, ma di qualcosa che potrebbe anche essere visto alla stregua di un super-potere: “Si tratta di una battaglia senza fine con le scuole, con i posti di lavoro e con i bulli” ha scritto la 16enne, dato che lei in prima persona vive una esperienza simile essendole stata diagnosticata in passato la Sindrome di Apserger. “Sono orgogliosa di essere nello spettro (autistico, NdR), ma non nascondo le difficoltà che questo comporta” ha scritto ancora Greta ricordando l’importanza della diagnosi e anche della condivisione delle proprie esperienze tra chi ne è affetto. (agg. di R. G. Flore)



“ECCO PERCHE’ SERVE UN PIANO NAZIONALE”

Oggi si celebra la Giornata Mondiale dell’Autismo per aumentare la consapevolezza su questo disturbo del neurosviluppo. In Italia ci sono circa 600mila persone che sono affette dal disturbo autistico, ma solo una parte dei casi è diagnosticata. La Giornata Mondiale di oggi presso la sede centrale dell’ONU, a New York, si concentrerà sull’uso delle tecnologie di assistenza alle persone con autismo come strumento per rimuovere le barriere alla loro piena partecipazione sociale, economica e politica nella società, oltre che per promuovere l’uguaglianza, l’equità e l’inclusione. Al momento comunque non esiste una terapia risolutiva. Lo ha spiegato il dottor Luigi Mazzone, neuropsichiatra infantile e coordinatore del gruppo Autismo Tor Vergata. «Gli approcci riabilitativi di tipo comportamentale hanno mostrato un importante beneficio per il miglioramento delle competenze sociali e di autonomia personale». Ma in Italia sono poche le strutture sanitarie attrezzate per accogliere persone con autismo. «E quasi nessuna propone un servizio di continuità assistenziale tra la Neuropsichiatria Infantile e la Psichiatria dell’età adulta». Ma la Fondazione Policlinico Tor Vergata viene incontro a questa esigenza. E allora cosa si può fare in Italia? «Urge un Piano strategico nazionale sull’autismo, che metta in pratica la legge italiana e la Convenzione delle Persone con Disabilità dell’ONU», dice a Repubblica Roberto Speziale, presidente dell’Associazione Nazionale Famiglie di Persone con Disabilità Intellettiva e/o Relazionale. (agg. di Silvana Palazzo)



GIORNATA MONDIALE AUTISMO

Il mondo oggi si tinge di blu nelle principali città e capitali, con i monumenti e i luoghi simboli che “cambiano colore” per celebrare la Giornata Mondiale della Consapevolezza sull’Autismo giunta alla 12esima edizione: Cristo Redentore di Rio de Janeiro, Empire State Building di New York ma anche Tour Eiffel a Parigi e Sagrada Familia a Barcellona, fino alla Fontana dei Dioscuri davanti al Palazzo del Quirinale a Roma: tutto illuminati di blu per sensibilizzare la comunità internazionale in merito alle varie patologie affini che dall’autismo colpiscono ogni anno 1 bambino su 100 nella sola Italia. Diversi i problemi per le persone autistiche, inclusi quelli di tipo economico, come sottolinea l’Istituto Serafico di Assisi: in prima linea nella promozione di progetti di assistenza e inclusione, il report illustra come «Gli elevati costi delle terapie mettono letteralmente in ginocchio le famiglie. Si stima che per assistere i propri bimbi, spendano in media tra i 1000 e i 2000 euro al mese, per tutta la vita. Purtroppo non tutte le Aziende Sanitarie offrono sostegno e anche quando il servizio è previsto, le liste d’attesa lunghissime non consentono di intervenire precocemente». Nuovo richiamo dalla neuropsichiatra infantile del Gruppo INI-Istituto Neurotraumatologico Italiano giunge proprio per ricordare la Giornata Mondiale sull’Autismo e per non lasciare in secondo piano un problema tutt’altro che ininfluente «Non solo un’inclusione limitata alla scuola ma in tutti i contesti di vita, da quello ludico ricreativo a quello sportivo, per una partecipazione che favorisca il diritto alla normalità»



LE TESTIMONIANZE: DA GRETA AI GENITORI ITALIANI

Tra le testimonianze più significative che in “prima persona” giungono per questa Giornata particolare dedicata alle persone affette da autismo, non possiamo che segnalare il post sui social pubblicato da Greta Thunberg, l’attivista ambientalista protagonista degli scioperi ogni venerdì contro il riscaldamento globale, nonché affetta dalla sindrome di Asperger: «E no l’autismo non è un “dono”. Per molti (anzi) è una lotta senza fine contro scuole, posti di lavoro e bullismo. Ma nelle giuste circostanze, può diventare superpotere. Senza la mia diagnosi non avrei mai iniziato gli scioperi […] Le nostre società devono cambiare, e abbiamo bisogno di persone che pensano fuori dagli schemi e dobbiamo iniziare a prenderci cura l’uno dell’altro. E abbracciare le nostre differenze». Su Vanity Fair invece viene ospitata una interessante testimonianza di una mamma che fa parte dell’Associazione Nazionale Genitori Soggetti Autistici: «schemi limitati? Fa la differenza la qualità e quantità del supporto di cui la persona ha bisogno. Si va dalla presenza ampia di cui hanno necessitano alcuni, a un sostegno non intensivo per le persone ad alto funzionamento o con la sindrome di Asperger». Il figlio nel tempo ha imparato a riconoscere le emozioni, ma il percorso e il sostegno – oltre alla fiducia negli esperti – della famiglia e della scuola sono stati fondamentali: «Noi gli abbiamo insegnato che non è una tragedia se non fa sempre tutto nello stesso modo, gli abbiamo insegnato strategie per gestire la mancata routine. Non possiamo cambiare la loro natura, ma possiamo far capire loro che il loro modo di sentire non è lo stesso degli altri perché non conoscono l’empatia. Non imparano spontaneamente quello che un bambino neurotipico apprende per imitazione».