Dall’analisi della pistola di Sissy Trovato Mazza sono emerse due tracce di sangue appartenenti alla ragazza, ma sono collocate sul calcio della pistola. Lo spiega La Vita in Diretta, secondo cui questo è un risultato importante, perché forse quell’arma non era nella mano di Sissy: se infatti si fosse sparata, le macchie di sangue dovevano trovarsi dall’altra parte della pistola, non sul calcio. E quindi il colpo potrebbe essere stato sparato da un’altra mano. «Bisogna chiarire quello che è successo, anche riguardo il telefono», ha dichiarato il padre a La Vita in Diretta. L’uomo continua a non credere all’ipotesi del suicidio. Ora si attendono altri accertamenti tecnici, ma riguardo l’ipotesi di una richiesta di archiviazione, il padre di Sissy Trovato Mazza: «Io voglio essere sentito dal pm, ci sono tanti fatti che abbiamo palesato e che vogliamo che vengano chiariti. Noi siamo a disposizione». (agg. di Silvana Palazzo)
SISSY TROVATO MAZZA, SUO IL DNA SU ARMA
Sissy Mazza Trovato, il giallo della sua morte è a una svolta? Dopo che negli scorsi giorni la perizia di parte ha rilevato che le tracce di Dna sull’arma erano tutte della donna deceduta il 12 agosto dopo ben due anni di agonia, rafforzando la tesi della Procura secondo cui si sarebbe trattato di un suicidio, la famiglia della donna continua a sostenere che Sissy non si è tolta la vita mentre era in servizio esterno. La perizia affidata a dei consulenti ha spiegato come sulla pistola dell’agente di polizia penitenziaria (trovata in fin di vita in un ascensore dell’Ospedale di Venezia il 1° novembre 2016) siano state trovate solo tracce del suo Dna, ma si legge pure che “è possibile che le tracce di sangue possano essere postume”: inoltre lo stesso posizionamento delle suddette tracce e la loro unicità potrebbero quindi far pensare invece a una sorta di “imbrattamento successivo”.
LA FAMIGLIA NON CREDE AL SUICIDIO
Anche per questo motivo negli ultimi giorni Fabio Anselmo, il legale che segue la famiglia Mazza, dopo che la perizia di parte è stata depositata ha chiesto che ci siano ulteriori approfondimenti per capire meglio al dinamica dei fatti: come è noto, infatti, nel corso dell’indagine sono emerse diverse incongruenze che hanno reso ancora più intricato il giallo attorno alla morte di Sissy e anche i nuovi accertamenti disposti dalla procura veneta, pur non portando a novità di rilievo che facciano vacillare la tesi del suicidio, lasciano comunque una porta aperta. La famiglia infatti non ha mai creduto che la donna si sia tolta la vita e basa questa sua convinzione su quanto rinvenuto tra gli effetti personali dopo la sua morte, tra cui un documento in cui la Trovato Mazza pareva intenzionata a denunciare il comportamento di alcune colleghe della Polizia Penitenziaria alla direzione del carcere femminile della Giudecca in merito a vicende a tutt’oggi non ancora chiarite e che Sissy definiva “gravi”.