Finalmente! È arrivata Greta Thunberg nel Belpaese. Ora siamo a posto. Dal palco di Piazza del Popolo, a Roma, decenni dopo le grandi adunate della sinistra, dal Pci a quella “de noantri”, la minuscola Greta ha concionato i suoi “gretini”. Renato Zero aveva i suoi “sorcini” e Greta Thurnberg ha i suoi “gretini”. Questi ultimi sono coloro che accettano gli slogan di rara profondità pronunciati da Greta. Il microfono di questa nuova mini-eroina dell’ecologismo sfinito andava a elettricità prodotta da 120 bici spinte da volontari di ferro, mai energia “sporca”, ci mancherebbe. Per Greta questo ed altro.



Lotta dura senza paura, sintetizzo secondo il lessico anni 70, e la piccola ecologista è stata celebrata anche dalle istituzioni di questo Paese che naturalmente può ben permettersi di sostare pigramente davanti alla messianica presenza di cotanto personaggio. D’altra parte, la recessione e il contorno economico-sociale può attendere: oggi c’è lei, Greta.



Il messaggio riecheggia alcuni personaggi del primo grande Verdone: “Grazie Roma. Grazie Italia. Vi amo tutti”. Ma è ancora piccola, la nostra Greta, si farà, e i suoi devoti “gretini” la aiuteranno, ne sono certo. Con un popolo di questo spessore non c’è davvero nulla da temere.

Non solo giovani, poi, anche anziani. I nonni, si sa, oggi, sono molto “trendy”. Per compiacere i nipoti, che talvolta mantengono insieme ai genitori, farebbero carte false. Perfino il tifo per Greta è ammesso. Il “gretinismo” sembra proprio la malattia infantile del nichilismo. Considerando che il nichilismo ha invaso da cima a fondo il territorio una volta dominato dagli antenati rossi che affollavano la stessa piazza che oggi celebra Greta, potremmo tradurre anche così: il gretinismo è la malattia infantile del sinistrismo.



Scopriamo infine che al GP di Roma di formula E le elettriche sono state ricaricate col gasolio, con tanto di colonnina EnelX, e il diesel a dominare: orrore! Ma allora il Verbo dei “gretini” non è ancora passato, l’indecente Sistema usa l’energia del diavolo, il diesel.

Insomma, Greta arriva e il mondo non cambia: ci deve essere qualcosa che non va.

Va però dato atto alla piccola eroina che viene dal Nord di un certo realismo, quasi da Realpolitik, che cela forse qualche ambizione per il futuro. Greta, infatti, ha subito centrato il punto: “Promesse non rispettate, la nostra lotta durerà anni”.

Tradotto nella lingua volgare dell’uomo qualunque: abbiamo appena cominciato, questa lotta sarà lunga e ci saranno gloria e pane per tutti. Questa è la superiorità del “gretinismo” rispetto al leninismo: lotta lunga, molto social e visibile, nessuna vittoria a breve. Dunque, nessuna sconfitta. Greta potrà ancora tornare a Roma, stavolta con un nutrito staff. La marcia del “gretinismo” è appena iniziata.