C’era un tempo in cui la morte era una esperienza comunitaria, condivisa. Quando la salma del caro estinto veniva tranquillamente tenuta in casa, in famiglia, e i bambini erano presenti come tutti gli adulti. La morte non era il terrore che ha assunto come significato oggi, non era cioè la fine di tutto, ma un momento della vita. Era parte della vita. I piccoli prendevano confidenza con questa realtà, non ne venivano allontanati “perché non ci pensassero”. Oggi che si è cercato in tutti i modi di allontanare dalle esistenze l’idea della morte perché ritenuta inaccettabile, che si cerca di allungare la vita con scoperte scientifiche che sembrano più delle magie, che ci si tira i lembi di pelle per non sembrare mai vecchi, con il risultato di apparire delle specie di zombie, la morte è un incidente di cui dimenticarsi al più presto. Sono state create delle specie di case-albergo, modernissime e  lussuose, dove ogni morto ha la sua cameretta con tanto di elegante salottino dove trovarsi ben lontani dalla salma, che è tenuta dietro una porta. Tante camerette chiuse una all’altra, come a nascondere qualcosa, quando il lutto una volta era qualcosa di condiviso da tutta la comunità, da tutto il paese. Ma oggi non ci si rivolge la parola tra vicini, figuriamoci se si pensa se quello del piano di sotto è morto. Questa mancanza di comunicazione, accettazione e preparazione può rendere il processo di lutto ancora più difficile di quanto non sia già, mentre inciampiamo nella confusione su cosa fare e come provare ad affrontarlo. I bambini, a volte incapaci di cogliere il concetto stesso di morte, possono essere ancora più colpiti dal processo di perdita di una persona cara. Tuttavia, le loro menti curiose e non giudicanti, non toccate dallo stigma che noi come società abbiamo costruito attorno al problema, offrono l’opportunità per cose come la morte, il dolore, i funerali, la cremazione e tali da essere discussi apertamente e onestamente, e così prepararli meglio per gli eventi nel prosieguo della loro vita.



IL GIOCO FUNEBRE: I MATTONCINI DELLA MORTE

E’ così che la Lego, la famosissima azienda che produce mattoncini giocattolo da decenni con sempre nuove idee, ha deciso di creare il cimitero da montare pezzo per pezzo. Al momento è disponibile presso una casa funeraria di Vienna nel cimitero centrale della capitale austriaca. “Abbiamo realizzato il primo prodotto con componenti LEGO nel 2016″, ha spiegato al sito BoredPanda il portavoce del museo, il dott. Florian Keusch. “Prima era un tram storico, che portava i cadaveri al cimitero centrale di Vienna e veniva usato  tra la prima e la seconda guerra mondiale. Questo tram era per i collezionisti, poi abbiamo fatto un camion e un carro funebre storico. ” In seguito sono stati aggiunti altri oggetti: le tombe, figure di personaggi, i responsabili della Lego hanno lavorato con un team di psicologi. Il riscontro è stato positivo: è un buon metodo per i genitori di condividere la perdita e aiutare il processo del dolore. Adesso ovviamente il Lego Crematoria, come si chiama, sta andando in produzione mondiale e secondo Kusch solo una minima percentuale di persone ha reagito male, disgustata soprattutto dal nome, ma in realtà c’è grandissimo interesse commerciale.  Disponibili tre linee di mattoncini per costruire un vero cimitero con tombe, scavatori per le buche e becchini e anche un forno crematorio dove inserire le bare. Non mancano gruppi familiari, una persona morta e anche uno scheletro in decomposizione. Cattivo gusto? Sfruttamento commerciale? Potrà un semplice gioco per bambini aiutare ad affrontare il mistero della morte o sarà solo un altro modo per renderla invisibile?

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