Si riapre il processo su riti satanici e pedofilia nella Bassa modenese. La Corte d’Appello di Ancona, competente per i casi di Bologna, ha fissato per il 20 maggio l’udienza di revisione del caso “Pedofili 1”. Decisive per questa svolta sono state le testimonianze e i documenti raccolti in “Velento”, l’inchiesta di Pablo Trincia e Alessia Rafanelli, diventata un podcast su Repubblica. Parla della storia di Federico Scotta, condannato nel 1998 a 13 anni di carcere per pedofilia: l’accusa era di aver violentato i propri figli. Ma in questo caso sono coinvolte altre famiglie accusate di violenze sessuali nei confronti di 16 bambini. Da questi fatti sono nati cinque diversi processi che si sono conclusi con 15 condanne e 24 assoluzioni, ma soprattutto con l’allontanamento definitivo dei ragazzi, alcuni di soli pochi anni, dai nuclei familiari. Stando a quanto riportato da Repubblica, quando Federico Scotta ha saputo della revisione del suo processo, ha abbracciato il suo avvocato Patrizia Micai. Era una notizia che aspettava da 21 anni.
PEDOFILIA E RITI SATANICI: SI RIAPRE PROCESSO
Questa vicenda risale alla seconda metà degli anni Novanta, quando Dario, il cosiddetto “bambino zero” cominciò a raccontare delle violenze subite dai propri genitori. Ne parlò agli assistenti sociali e alle psicologhe, raccontato di atti sessuali, riti satanici nei cimiteri, bare disseppellite e omicidi. A questo racconto si aggiungevano ogni volta altri particolari. Indicò anche altre vittime delle orge sataniche, chiamò in causa altri genitori e persino un prete, don Giorgio Govoni, che sarebbe stato a capo della setta. Accuse pesanti tirate fuori con metodi messi in discussione da molti oggi. Dopo Dario, tra Mirandola e Massa Finalese, in provincia di Modena, anche altri cominciarono ad accusare i propri genitori e quelli di altri bambini. Scattarono perquisizioni, che non diedero esito, e allontanamenti. Pablo Trincia e Alessia Rafanelli li hanno rintracciati tutti. Alcuni non hanno voluto più parlarne, altri hanno ammesso di essere stati plagiati. A Federico Scotta e a sua moglie furono tolti tre figli. Ora lui e altri chiedono la revisione dei processi, vogliono la verità. Quella che non possono avere in cinque, perché già morti. Una madre si lanciò dalla finestra dopo le accuse, don Giorgio fu stroncato da un infarto dopo aver saputo che erano stati chiesti 14 anni di carcere per lui.