Ennesimo caso di bullismo nei confronti di un ragazzino disabile. L’ultima vicenda ci giunge da Livorno, ed ha come vittima Matteo, un giovane di 15 anni autistico ,che è stato bullizzato in maniera fisica e psicologica da alcuni compagni di classe. In sua difesa è giunto Leonardo, il fratello di anni 17, che si è sfogato su Facebook con un post che è divenuto in breve tempo virale: «Non vedo più speranza, non vedo più giustizia, non vedo più un mondo che aiuti persone come mio fratello». Lo sfogo è giunto dopo che il fratello è stato preso di mira in due diversi istituti: «Il mio post – il commento di Leonardo – è stato come una fiamma che ha acceso l’inferno nella società, la scintilla che ha fatto scattare tutto il macello. Mi sono sentito isolato, nessuno ci ha aiutati e supportati. Quando mio fratello è andato dalla mamma a raccontare quelle cose, mi sono sentito impotente». Quindi Leonardo spiega cosa accadeva ogni giorno al povero fratello: «Lo offendevano sempre, gli dicevano che era grasso, che era un “handicappato di m”, veniva bullizzato in modo verbale ma lui non era in grado di difendersi».
BULLISMO A LIVORNO NEI CONFRONTI DI UN 15ENNE AUTISTICO
Leonardo manda quindi un appello, a conferma della sua grande maturità nonostante i suoi soli 17 anni: «Un ragazzo non dovrebbe mai essere bullizzato, ancor di più se ha una forma di disabilità: vuol dire che sei un vigliacco». Presente in studio anche la mamma dei due ragazzi: «Mio figlio ha cambiato due istituti in pochi mesi, e mai avrei immaginato di trovarmi in queste condizioni. Matteo diceva che era infelice, che non voleva più andare a scuola, ma non pensavamo che si potesse arrivare a tanto. Addirittura mio figlio sarebbe stato picchiato nei bagni della scuola, ma è tutto nelle mani della magistratura». La donna lamenta il fatto di non aver avuto alcun contatto con i genitori dei bulli, nessuna chiamata, nessuna scusa: «Non conoscono nessun genitore della classe – afferma – nessuno mi ha cercato, mi sarebbe molto piaciuto un contatto». Quindi l’appello finale di Leonardo: «Questo non è un problema di pena, ma di cultura: dobbiamo far capire ai ragazzi che cos’è l’autismo e chi sono gli autistici».