Addio “genitori”, sulle carte d’identità dei minori torna la dicitura “madre”-“padre”. Una vittoria della Lega di Matteo Salvini che rischia però di aver ripercussioni per il governo, vista la contrarietà espressa negli scorsi mesi dal M5s. Come vi abbiamo sottolineato, il provvedimento era stato bocciato anche dal Garante della Privacy. Ecco le parole di Antonello Soro riportate dal Corriere della Sera: «La modifica introdotta dal decreto si è rivelata inattuabile in alcune ipotesi, con gli effetti discriminatori che necessariamente ne conseguono per il minore. Per esempio, nei casi nei quali egli sia affidato non al padre e alla madre biologici, ma a coloro i quali esercitino — secondo quanto previsto dall’ordinamento — la responsabilità genitoriale a seguito di trascrizione di atto di nascita formato all’estero, sentenza di adozione in casi particolari o riconoscimento di provvedimento di adozione pronunciato all’estero». (Aggiornamento di Massimo Balsamo)



TORNA DICITURA “PADRE” E “MADRE”

Importante novità per quanto riguarda la carta d’identità: secondo quanto reso noto dal Viminale, torna la dicitura “padre” e “madre”, via “genitori”. Il provvedimento per la CI dei minorenni è in Gazzetta Ufficiale: è stato firmato dal ministero dell’Interno guidato da Matteo Salvini lo scorso 31 gennaio 2019 insieme a quello della Pubblica Amministrazione e quello dell’Economia: come sottolinea Il Messaggero, la dicitura “genitore” viene sostituita dai più tradizionali “padre” e “madre” ogni qual volta si presenta nel testo che predispone le «modalità tecniche di emissione della carta di identità elettronica». Dalle parole ai fatti, dunque: ricordiamo infatti che il segretario federale della Lega annunciò di voler cambiare la norma introdotta il 23 dicembre 2015.



CARTA D’IDENTITA’, ADDIO ALLA DICITURA “GENITORI”

«Dopo il via libera del ministero della Pubblica amministrazione, è arrivato quello del Mef: sulla carta di identità elettronica dei minorenni ci sarà lo spazio per indicare madre e padre, anziché l’espressione generica ‘genitori’. Ora manca il parere del Garante della privacy, e poi – sentita la conferenza Stato-città – potrò firmare il decreto. Dalle parole ai fatti!», aveva affermato a fine ottobre Matteo Salvini, ma non erano mancate le polemiche con il Movimento 5 Stelle. Come ricorda Il Messaggero, il sottosegretario alla Famiglia in quota Cinque Stelle Vittorio Zoccano aveva replicato: «Il tema del genitore 1-genitore 2 non sta nel contratto di questo governo: quindi noi ragioniamo nei termini della legge vigente». Atteso il commento del vice premier leghista, una vittoria per il Carroccio dopo una lunga battaglia.

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