“Il fantasma di Sessa Aurunca”, così veniva chiamato uno dei 28 indagati a Caserta per assenteismo. Un appellativo non casuale, visto che nessuno lo conosceva, perché non si presentava mai a lavoro. Tra gli indagati ci sono sei medici del reparto di Rianimazione e il primario di Psichiatria. Il gip ha stabilito che dovranno continuare a recarsi a lavoro con obbligo di firma nella vicina caserma dei carabinieri prima e dopo l’orario di lavoro. L’inchiesta era partita per un’indagine su un traffico di reperti archeologici. Nelle intercettazioni sono finiti alcuni medici coinvolti in questa vicenda, e così si è scoperto che non si presentavano neppure a lavoro. I medici del reparto di Rianimazione avevano ideato un sistema: uno si presentava a lavoro e timbrava per gli altri, e così a turno. C’era chi restava a casa e chi invece effettuava visite private. «Qua o ci arrestano a tutti quanti (ride, ndr) o stiamo tutti in grazia di Dio. Tanto come si dice, chi è senza peccato scagli la prima pietra… (…) Dice quello si rischia il posto di lavoro… E ho detto: e allora l’ospedale rimane vuoto. Ci licenziano a tutti quanti…». C’è poi anche il caso di una dirigente che è stata intercettata mentre era in vacanza in Olanda con l’amante, e mandava il figlio studente di Medicina a timbrarle il cartellino, nascosto nella pettorina del cane che portava a spasso. (agg. di Silvana Palazzo)
CASERTA, FURBETTI DEL CARTELLINO
Un altro caso di furbetti del cartellino. Stavolta i carabinieri li hanno scoperti a Caserta, dove era stato creato un sistema di complicità tra medici, infermieri e personale amministrativo per coprirsi a vicenda per assentarsi senza autorizzazione dall’ospedale San Rocco di Sessa Aurunca. L’indagine ha portato all’emissione di 18 provvedimenti. Il direttore generale dell’Asl di Caserta Mario De Biasio ha annunciato la linea dura: «Saremo inflessibili con chi ha sbagliato. Non appena avremo le carte della Procura applicheremo la legge Madia sul licenziamento immediato agli assenteisti». La vicenda risale al 2017: è stato accertato che gli indagati timbravano il cartellino al posto dei colleghi, che ricambiavano il favore anche senza che venisse richiesto. In uno degli episodi contestati un medico risultava presente, ma invece era in viaggio all’estero. In quel caso era stato il figlio a marcare il suo badge, ma neppure lavora in ospedale. Ma De Biasio è stato a sua volta denunciato dai carabinieri del Nas perché durante le verifiche sono emerse gravi carenze strutturali e funzionali.
OSPEDALE SEQUESTRATO PER CARENZE STRUTTURALI
Sulla vicenda di Sessa Aurunca si è espressa anche la ministra Giulia Grillo. «È deprimente vedere la sanità pubblica usata come un bancomat e per farsi gli affari propri come accaduto all’ospedale di Sessa Aurunca. Non è la prima volta». Ospite di SkyTg24, ha citato anche il caso del primario che aveva chiuso un reparto dell’ospedale del Mare di Napoli per festeggiare. Ma l’ospedale Casertano è finito sulle cronache per un altro grave episodio: è stato sequestrato per la mancanza di autorizzazioni previste e per grave carenze strutturali. Una delle due sale operatorie, ad esempio, era stata autonomamente trasformata in sala parto senza i dovuti accorgimenti del caso, mentre nel reparto di radiologia vi erano le mattonelle anziché pavimenti monolitici previsti per legge. L’ospedale dunque è stato sottoposto a sequestro d’urgenza ma ne è stato consentito l’utilizzo per non arrecare disagi all’utenza.