Un aggiornamento doveroso sulla vicenda della circoncisione svolta in casa a Genova, come spiegato qui sotto dal collega: la madre e la nonna del bimbo, entrambe nigeriane, sono state arrestate poco fa e con loro anche il “santone” che avrebbe effettuato l’intervento pericoloso. Loro stesse avevano allertato il 118 dopo che il bimbo si era sentito male ma purtroppo i medici non hanno potuto far altro che constatare la morte del piccolino nato un mese fa: «Il tema della circoncisione è complesso, ma è urgente trovare soluzioni» scrive su Twitter la Ministro della Salute Giulia Grillo che poi aggiunge «Dopo il caso di qualche giorno fa, un altro bimbo è morto per una circoncisione fatta in casa. Bisogna confrontarsi con le autorità religiose ma l’assoluta priorità è individuare un protocollo per la sicurezza dei bambini». (agg. di Niccolò Magnani)



CIRCONCISIONE IN CASA, MORTO UN NEONATO

Come già successo circa cinque mesi fa a Reggio Emilia, un altro bambino è morto per tentata circoncisione effettuata in casa dai familiari. Scena della morte è questa volta il quartiere popolare di Quezzi a Genova, dove vivono molte famiglie di immigrati. A morire  un bambino di solo un mese, secondo le prime ricostruzioni la madre e la nonna (ora convocate in Questura, ndr) di origine nigeriana stavano praticando la circoncisione rituale. Loro stesse hanno chiamato i soccorsi ma è stato inutile, adesso sono indagate per omicidio preterintenzionale. Un tentativo di circoncisione fatto in casa, senza strumenti e esperienza. La circoncisione è infatti un vero e proprio intervento chirurgico che va effettuato da medici professionisti con la strumentazione adatta: si tratta della rimozione della pelle che copre la parte superiore dell’organi genitale maschile.



VIETATA PER MOTIVI MEDICI

E’ tradizione della religione ebraica e islamica, ma anche di tante sette di origine africana e perseguita per legge nei paesi occidentali, se non appunto quando effettuata da personale professionista dietro regolare richiesta per motivi religiosi. Dal punto di vista giuridico la circoncisione rituale maschile in Italia è ammessa, mentre quella femminile è vietata da una legge specifica, la 7/2006, che ne punisce i responsabili con la reclusione da 4 a 12 anni. Questo perché la circoncisione femminile dal punto di vista medico è considerata una mutilazione grave, quella maschile solo lieve. In ogni caso non è mai considerata un atto medico se praticata per scopi rituali, ma ammessa come detto nell’ambito della libertà di culto per gli aderenti alla religione ebraica e islamica.

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