Due giorni fa la prof di Prato 31enne al centro dello scandalo per aver avuto un figlio da un 14enne a cui dava ripetizioni di inglese (in realtà lei è una assistente socio sanitaria) è stata interrogata dal Gip. A spiegare quanto accaduto nel corso dell’interrogatorio, è stato il suo legale, l’avvocato Mattia Alfano, che ai microfoni della trasmissione Chi l’ha visto ha commentato: “la signora ha collaborato sin da subito, ha dato la propria versione dei fatti, ha risposto a tutte le domande del gip”. La donna, sulla quale pendono le gravissime accuse di atti sessuali su minore di anni 14 e violenza sessuale per induzione e che rischia oltre 10 anni di carcere, si trova ancora agli arresti domiciliari. Come ha giustificato la sua infatuazione per un ragazzino minorenne, suo studente, pur non essendo lei un’insegnante? A replicare è stato Massimo Nistri, secondo avvocato difensore della donna di Prato che ha spiegato: “l’assistita ha fornito ulteriori chiarimenti sulla propria verità dei fatti, volti a contrastare l’impostazione della procura che è visibilmente cambiata nell’arco delle ultime due settimane appesantendo il quadro su cui si stanno svolgendo le indagini”. La difesa resta in attesa che il Tribunale del Riesame possa rivalutare tutti i presupposti che hanno dato luogo alla misura cautelare che gli stessi legali definiscono “pesante”, sottolineando anche il suo ruolo di mamma di un bimbo piccolo. “Vogliamo possa essere fatto in maniera precisa un riesame di tutta la situazione”, ha aggiunto la difesa.
PROF PRATO, ALTRE VITTIME MINORENNI?
Intanto, anche altri giudici potrebbero interessarsi di questo caso che vede coinvolta la prof di Prato. Il tribunale dei Minori di Firenze potrebbe intervenire a tutela dei figli della donna e dello stesso 14enne. Ma come vive queste ultime ore la 31enne? La donna spera di poter fare chiarezza sulla sua posizione ma dalle sue stesse parole emergono altri inquietanti dubbi. Agli inquirenti ed alla madre del giovanissimo allievo, padre del bambino, ha asserito di aver dato ripetizioni di inglese anche ad altri ragazzini. La speranza è che non abbia avuto lo stesso comportamento anche con loro. Un caso di pedofilia al femminile, dunque, e che ha portato anche ad alcuni retroscena choc, come la scoperta delle ricerche effettuate dalla donna, che su internet prediligeva immagini di ragazzini coinvolti in atti sessuali. “La nostra assistita ha spiegato che fosse stata una semplice ricerca liberamente accessibile tramite Google e motori di ricerca normali. Mi aspetto laddove si fa una ricerca di file pedopornografici una conoscenza molto più stringente di quelli che possano essere i meccanismi del web”, ha spiegato il suo legale. Eppure dall’analisi del profilo Facebook sono stati accertati contatti con altri giovanissimi.