Si è conclusa nel modo più tragico la vicenda attorno alla sparizione di Alessio Scarzello, giovane studente 20enne del Politecnico di Torino, residente a Cervere, in provincia di Cuneo e portiere della Cheraschese. Il ragazzo aveva fatto perdere le sue tracce nel pomeriggio dello scorso 3 aprile dopo un’uscita in moto. Non vedendolo rincasare, i genitori avevano prontamente dato l’allarme rivolgendosi alle forze dell’ordine. Erano state così avviate subito le operazioni di ricerca con una folta squadra, la stessa che solo ieri, intorno alle 17.30, ha compiuto il drammatico ritrovamento del corpo. A 24 ore esatte dall’inizio delle ricerche, il cadavere di Alessio giaceva al fondo di una scarpata in una pineta di Chianale, a circa 80 chilometri dalla sua abitazione dove viveva con i genitori ed il fratellino. Secondo quanto rivela Corriere.it, con ogni probabilità si sarebbe trattata di una morte accidentale: il 20enne sarebbe precipitato nello strapiombo dopo una caduta che gli avrebbe provocato la morte per trauma cranico. Il suo casco era stato recuperato ancor prima della scoperta choc ed era stato portato da una signora di Chianale su una panchina dopo averlo rinvenuto lungo il sentiero. Restano tuttavia un mistero le cause che avrebbero portato alla caduta del giovane.



ALESSIO SCARZELLO TROVATO MORTO: “UNA BRAVATA? IMPOSSIBILE”

Alessio Scarzello era un bravo portiere della Cheraschese. Partito dalla Orange Cervere, prima squadra di Eccellenza, come tutti i mercoledì era atteso per gli allenamenti ma due giorni fa non ha mai raggiunto i suoi compagni di calcio. Sin da subito la sua scomparsa aveva destato grande preoccupazione e prontamente erano partite le ricerche che si erano concentrate in Valle Varaita nonostante la neve sopraggiunta nelle passate ore e che aveva reso complesse le operazioni. Al lavoro non solo i vigili del fuoco ma anche i sommozzatori ed il nucleo cinofilo. L’area è stata scandagliata anche con gli elicotteri fino alla drammatica notizia della morte del 20enne che ha scosso l’intera comunità nel Cuneese a partire dal sindaco, Corrado Marchisio, che ha commentato: “Conosco molto bene Alessio. Era un bravo ragazzo. Finite le superiori, ora frequentava il Politecnico e aiutava il papà Aldo nell’attività di fabbro. Studiava, lavorava, giocava bene a calcio. Impossibile pensare che abbia fatto una bravata, non era quel tipo di ragazzo: era prudente, bravo, educato”.

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