Dopo il caso della Lavazza a Torino, un altro plico sospetto è arrivato ad una multinazionale. Questo pomeriggio destinataria di una busta sospetta è stata l’azienda dolciaria Ferrero con sede ad Alba, in provincia di Cuneo. Salgono così a cinque i pacchi pericolosi consegnati in Piemonte. La prima busta era stata recapitata alla sindaca di Torino Chiara Appendino, poi all’azienda Vergnano, mentre due pacchi sono arrivati in giornata all’indirizzo del leghista Alessandro Sciretti. Gli uomini del nucleo Nbcr dei Vigili del Fuoco sono arrivati nella casa mondiale della Nutella a sirene spente per non creare inutili allarmismi. Oltre a loro, sul posto anche carabinieri e il reparto artificieri. All’interno della busta, come riportato dal Corriere della Sera, sarebbe stata ritrovata una polverina che ha fatto scattare il sistema di controllo interno che, dopo averla intercettata, ha avviato il piano di sicurezza. Ma non ci sarebbero criticità nell’azienda, infatti la produzione non è stata interrotta. (agg. di Silvana Palazzo)
BUSTA ALLA LAVAZZA: RICATTO, NO PISTA ANARCHICA
Giunge qualche informazione in più sul pacco con polveri giunto oggi alla sede direzionale della Lavazza di Torino, situata in via Bologna. Esclusa la pista anarchica, coinvolta nel caso del sindaco Appendino, le forze dell’ordine sono al lavoro su quella del ricatto: una minaccia di estorsione giunta dal Belgio e acclarata con una lettera scritta in inglese. I sette dipendenti messi in isolamento sono coloro che lavorano nell’ufficio del primo piano della Nuvola: una scelta precauzionale dati i problemi respiratori e alla vista accusati dopo essere entrati a contatto con il plico. Come riporta il Corriere della Sera, non potranno uscire per diverse ore e i volontari del 118 si stanno organizzando per portare all’interno del locale cibo e acqua. Nessuno può uscire dall’ufficio fino a quando non arriveranno i risultati degli accertamenti svolti sulla polvere sospetta. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
“SOLDI O INQUINIAMO CAFFE'”
Nuovi aggiornamenti sulla busta sospetta recapitata alla sede direzionale della Lavazza di Torino. All’interno del plico presenti una polvere verde e un messaggio di minacce: come riporta Tg Com 24, i mittenti hanno inoltrato una richiesta di denaro per non inquinare il caffè. Secondo una primissima ricostruzione, la lettera è stata spedita dal Belgio: sul caso sta indagando la Digos. I sette dipendenti del settore postale entrati a contatto con la busta sono stati trattenuti in isolamento: non è chiara la natura della polvere, ma i dipendenti hanno accusato problemi alle vie respiratorie. Sul posto anche il medico legale Roberto Testi e Repubblica sottolinea che la Lavazza è uno degli obiettivi finiti nel mirino degli anarchici in occasione del corteo dello scorso 30 marzo 2019: analoghi plichi sono stati recapitati negli scorsi giorni anche ad altre imprese torinesi. (Aggiornamento di Massimo Balsamo)
POSSIBILE RICATTO, LE ULTIME NOTIIZE
Torino, busta sospetta alla Lavazza: l’allarme alla sede direzionale di via Bologna è scattato questa mattina, venerdì 5 aprile 2019. Come riportano i colleghi di Repubblica, sul posto sono immediatamente intervenuti i vigili del fuoco e i sanitari del 118: sette persone che sono entrate in contatto con la busta sono state messe in isolamento. Non è il primo caso di pacchi sospetti: a inizio settimana è stato recapitato un pacco bomba al sindaco Chiara Appendino a firma “scuola di via Diaz”, chiaro riferimento a un gruppo anarchico. L’ordigno è stato intercettato e fortunatamente non è esploso, ma sale l’allerta.
BUSTA SOSPETTA LAVAZZA DI TORINO: SI TRATTA DI UN RICATTO?
La Stampa evidenzia che all’interno della busta sospetta è stata ritrovata una lettera scritta in inglese e il messaggio potrebbe rappresentare un tentativo di estorsione. Ma non solo: è stata rinvenuta una polvere misteriosa, che ha spinto ad optare alla messa in isolamento di tutti coloro che sono entrati in contatto con il plico. Scattato il protocollo di emergenza, sono intervenuti i vigili del fuoco di corso Regina Margherita e del Nucleo chimico e batteriologico. Secondo una primissima ricostruzione, il plico sarebbe di fattura differente rispetto a quello recapitato negli scorsi giorni alla prima cittadina Chiara Appendino, ma l’escalation di pacchi esplosivi non fa escludere nessuna ipotesi agli investigatori. Il palazzo per il momento non è stato evacuato: attesi aggiornamenti nel corso delle prossime ore.