Continua ad essere un mistero la scomparsa di Roberta Ragusa, la donna sparita nel nulla nel 2012 da Gello, per cui il marito, Antonio Logli, attende il verdetto in Cassazione (già condannato in primo grado e in appello) La trasmissione “Quarto Grado” di Rete Quattro è tornata ad occuparsi della vicenda, intervistato proprio l’unico indagato per la scomparsa della donna. Vi sono dei sospetti in particolare in merito agli spostamenti di Antonio Logli il mattino della scomparsa della moglie, sabato 14 gennaio 2012, che sarebbe stato avvistato fra le 7:30 e le 7:51 presso la Geste, l’azienda in cui lavorava, nonostante lo stesso fosse in ferie. Due testimoni l’avrebbero visto aggirarsi da quelle parti, come è stato messo agli atti: «Sabato 14 gennaio, alle ore 7:30/7:35 del mattino – racconta un collega di lavoro – vidi Antonio Logli alla sede della Geste, lo vidi arrivare con la sua Ford Escort ed entrare nell’ufficio del capo del servizio dell’epoca. Dopo pochi minuti vidi lo stesso Logli ripartire con la macchina e andarsene».



CASO RAGUSA: I DUE TESTIMONI

Simile la testimonianza di un altro lavoratore, che ha dichiara di aver visto il Logli al suo arrivo presso la Geste alle ore 7:42. “Quarto Grado” è tornato a parlare con uno dei due che però sembra ora fornire una versione dei fatti differenti: «Io mi ricordo di averlo visto, lo avevo dichiarato – racconta – di solito siamo in 20/25 persone sul lavoro, ma solo in due lo abbiamo visto, quindi anche se ero convinto non sono più tanto sicuro». Così invece lo stesso Logli, che all’inviata del programma di Rete Quattro spiega: «Io non mi ricordo di essere andato a lavorare, mi sembra poi di aver letto che la maggior parte delle persone dicono che non mi hanno visto. Non avrei avuto motivo di andare alla Geste, perché Roberta non c’è mai andata». Ma allora cos’ha fatto quella mattina Logli? «Sono venuto qui da mia madre – racconta – e a lei ho chiesto, come avevo già fatto per telefono, se aveva già cercato in giro. Ci siamo messi assieme a girare qui nel compendio dove viviamo».



CASO RAGUSA: LA VERSIONE DELLA MAMMA

Una versione dei fatti che viene confermata anche dalla stessa madre di Antonio Logli: «Ho saputo della scomparsa di Roberta alla mattina, attorno alle 7, perché Antonio mi ha chiamato con il citofono. Quella mattina assieme ad Antonio abbiamo girato tutta la nostra proprietà ossia quella di via Ulisse Dino, poi mio figlio è uscito e io gli consigliai di andare al cimitero, ma non ricordo che ore fossero». Anche il padre ha raccontato la stessa versione, e a conferma di ciò, il fatto che il cellulare di Logli ha agganciato la cellula relativa alla sua abitazione alle ore 8:00 di quel 14 gennaio 2012. E’ probabile che Logli si sia recato a lavoro per essere tornato a casa, facendo quel percorso di circa 12 chilometri totali in mezz’ora? E se l’ha fatto, perché? Clicca qui per rivedere il servizio di Quarto Grado