Parte ufficialmente oggi il processo di beatificazione per Fortunata “Natuzza” Evolo, la mistica originaria di Paravati che morì il 1 novembre 2009 in forte “odore di santità” per il suo incredibile e misterioso rapporto-dialogo con le anime dei morti. Una vita travagliata nella più totale povertà della Calabria, sono tantissimi i fedeli che nel corso della sua esistenza hanno cominciato a seguire la particolare testimonianza di vita tra principi di stigmate, visioni mistiche e per l’appunto il “dialogo con le anime del cielo”. All’attenzione della Chiesa Cattolica con il processo di beatificazione che parte per l’appunto oggi 6 aprile 2019, i tantissimi episodi raccontati e riferiti sui principali episodi “paranormali”:  apparizioni e colloqui con Gesù Cristo, la Madonna, angeli, santi e defunti, bilocazione, la comparsa di stimmate ed effusioni ematiche accompagnate da stati di sofferenza durante il periodo pasquale e momenti di estasi. Non fu mai una “medium” ma una mistica nel vero senso della parola per la tradizione della cristianesimo: non si faceva pagare né sfruttava questo suo “potere” a lei per tutta la vita misterioso: chiese sempre di pregare il Signore per l’intercessione di tutte le anime, compresa la sua, invitando all’unica vera necessità dell’essere umano, ovvero la conversione in Cristo Gesù.



NATUZZA EVOLO, LA SANTA MESSA E “L’OFFERTA”

È stata organizzata per celebrare l’apertura del processo di beatificazione di Natuzza Evolo una cerimonia con Santa Messa alle ore 17 sulla spianata della Villa della Gioia di Paravati: come ricordato dalla Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, «non è assolutamente un atto di culto pubblico nei confronti della serva di Dio, né un anticipo di beatificazione perché non si vuole in nessun modo anticipare quello che sarà, a tempo opportuno, il giudizio della Chiesa. L’invito ai partecipanti ad evitare l’esposizione di immagini relative alla serva di Dio», si legge nella nota della Diocesi. Al termine della santa messa, presieduta dal Vescovo Luigi Renzo sul sagrato della Grande chiesa, sabato prossimo avrà luogo la prima sessione per l’avvio dell’inchiesta diocesana sulla fama di santità e sulle virtù eroiche della serva di Dio, come ricorda il Vibonese.it. Si insedierà il Tribunale Ecclesiastico che nei prossimi anni dovrà trattare la questione della beatificazione di Natuzza Evolo. Al netto dei tanti casi di testimonianze di conversione e salvezza attraverso l’intercessione della mistica calabrese – da ultimo Pippo Franco, ma non è certo l’unico – diverse sono state negli anni le controversie per una figura assai “particolare” che – esattamente come Padre Pio – ha sempre attirato simpatie e antipatie tanto fuori quanto dentro la stessa Chiesa.



LA MISTICA CHE PARLAVA CON I MORTI

Di lei raccontava bene Don Marcello Stanzione nel novembre 2017 su Aleteia: «Quando le persone le chiedevano di avere dei messaggi o delle risposte alle loro domande, da parte dei loro defunti, Natuzza rispondeva sempre che questo loro desiderio non dipendeva da lei, ma unicamente dal permesso di Dio ed invitava loro a pregare il Signore affinché questo loro pio desiderio venisse esaudito. Il risultato era che alcune persone ricevevano messaggi da parte dei loro trapassati, ed altri invece non erano esauditi, mentre Natuzza avrebbe desiderato accontentare tutti». Non solo, nel merito delle stesse visioni, ancora il sacerdote che ben conosceva Fortunata Evolo ricorda sempre su Aleteia «I defunti ribadivano a Natuzza l’esistenza del Purgatorio, del Paradiso e dell’Inferno, a cui venivano inviati dopo la morte, come premio o castigo per la loro condotta di vita. Natuzza, con le sue visioni, confermava l’insegnamento plurimillenario del Cattolicesimo, cioè che immediatamente dopo la morte, l’anima del defunto viene condotta dall’angelo custode, al cospetto di Dio e ne viene perfettamente giudicata in tutti i minimi particolari della sua esistenza. Coloro che venivano inviati nel Purgatorio, richiedevano sempre, tramite Natuzza, orazioni, elemosine, suffragi e soprattutto sante Messe affinché fossero loro abbreviate le pene».

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