Si torna a parlare del caso di Sara Di Pietrantonio, la 22enne uccisa a Roma nel 2016 per cui l’ex fidanzato Vincenzo Paduano, è stato condannato a 30 anni di galere a maggio di un anno fa. La trasmissione di Rete Quattro, “Quarto Grado”, ha intervistato Tina, la mamma della povera vittima. Secondo la donna, nonostante l’ex della figlia abbia ottenuto una giusta condanna, in occasione del processo non sarebbe stato sottolineato a dovere l’aspetto dello stalking: «Il mio più grande rammarico è questo – ammette nell’intervista – vero che è stato riconosciuto l’omicidio e lo stalking, ma unificando questi due reati si è persa un po’ la forza dello stalking. Dai messaggi emersi è evidente che Sara per due anni è stata tormentata tutti i giorni da Vincenzo». La ragazza era riuscita a ribellarsi dopo 24 lunghissimi mesi di persecuzione, ma alla fine quell’uomo, un’ex guardia giurata, l’aveva uccisa e poi data alle fiamme: «Mi aspettavo i 30 anni? Si – prosegue Tina – perchè Vincenzo Paduano si è comportato in maniera terribile, uccidendo una ragazza di 22 anni che non gli aveva fatto nulla di male. E’ stato crudele anche nei due anni che hanno trascorso assieme».
SARA DI PIETRANTONIO “MAI ME LO SAREI ASPETTATA”
Il più grande dispiacere della madre di Sara è stato quello di non essersi accorta di quanto stesse accadendo alla figlia: «Non avevo avuto alcun sospetto sul fatto che lui la maltrattasse psicologicamente, la manipolasse, la umiliasse – svela – l’ho scoperto solo dopo la sentenza di primo grado, leggendo tutti i messaggi che sono stati rinvenuti nel cellulare di Sara. Questo gesto di volerle dar fuoco sul viso, i capelli, la parte superiore, proprio a volerla cancellare». Mai si sarebbe aspettata che la sua Sara, una ragazza che è sempre stata uno spirito libero, ribelle e indipendente, potesse finire soggiogata completamente dal suo ex: «Mi ha sconvolto che Sara – prosegue Tina – che era una ragazza così libera, ribelle, non riuscisse a svincolarsi, a venirne fuori, come se fosse dentro le sabbie mobili. Grazie al suo carattere di ragazza indipendente era riuscita a liberarsi piano-piano di Vincenzo ed è per questo che poi lui l’ha uccisa».
SARA DI PIETRANTONIO “QUEI MESSAGGI DI LUI…”
Numerosi i messaggi emersi durante il processo, messaggi che Vincenzo scriveva all’ex: sms indicibili, di gravi accuse, insulti e ovviamente minacce. «Quando ho sentito i messaggi di Vincenzo – le parole della madre della vittima – mi sono sentita malissimo. Più volte mi sono chiesta cosa mi facesse più male: vedere Sara adagiata su quel mucchietto di foglie secche mentre ancora le usciva il fumo, oppure leggere quei messaggi: è stata la stessa cosa». In aula Vincenzo ha chiesto scusa alla famiglia della vittima, ma la donna non crede al suo reale pentimento: «Il suo pentimento? Penso sia solo un consiglio giuridico del suo avvocato – dice a Quarto Grado – per tentare di ridurre la pena. Non ho avuto la sensazione che lui si fosse pentito veramente». Tina chiosa l’intervento così: «Io ormai lo chiamo l’uomo giustiziere, lui deve giudicare, si deve fare giustizia da solo. Io sono certo che lui sia certo di aver fatto la cosa giusta: nella sua mente era giusto eliminare Sara». Qui il video del servizio di Quarto Grado