Un’avventura da incubo che si è conclusa con il lieto fine quella dell’imprenditore bresciano Sergio Zanotti, rapito in Siria nell’aprile del 2016. Ieri è stato liberato, e in serata è atterrato a Roma, mentre stamane è stato ascoltato in questura per ricostruire l’intera vicenda. Zanotti, come riferisce l’edizione online di Rai News, ha parlato così agli inquirenti: «Ero senza lavoro, ho deciso di andare in Turchia, nella zona di Hatay a pochi chilometri dalla Siria, per cercare di acquistare dinari da rivendere in Europa dove nel mercato della numismatica hanno un valore. Sono stato però venduto dal mio tassista abusivo a dei miliziani che mi hanno narcotizzato: il 14 aprile del 2016 mi sono risvegliato in una casupola nella zona di Aleppo». Queste alcune delle parole dell’imprenditore lombardo al pubblico ministero Sergio Colaiocco, colui che ha coordinato l’indagine per sequestro di persona con finalità di terrorismo. In questi tre anni di reclusione forzata, l’uomo ha spiegato di aver cambiato circa 10 prigioni, ma di essere stato trattato abbastanza bene. Le prigioni, in base a quanto svelato da Zanotti, si trovavano tutte nella zona di Aleppo. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)



SERGIO ZANOTTI LIBERATO

Ieri è tornato libero. Oggi Sergio Zanotti sta già fornendo dei chiarimenti sul sequestro subito ormai 3 anni fa in Siria per mano di alcuni terroristi che – stranamente – non hanno mai fatto pervenire alcuna richiesta di riscatto. Come riportato dall’adnkronos, l’imprenditore bresciano da questa mattina si trova all’interno della caserma dei Ros a Roma per essere ascoltato dal pubblico ministero Sergio Colaiocco, che chiederà a Zanotti delucidazioni sulle modalità del suo rapimento e sul lungo periodo di detenzione. Come riferito da Il Giorno, tra le varie ipotesi circolò anche quella che il viaggio in Turchia da cui scaturì il rapimento dell’imprenditore fosse stato organizzato per trovare soldi necessari a ripianare un debito. L’ex socio e amico Marco Scalvinoni riferì di aver prestato a Zanotti 5.500 euro prima della partenza. In ogni caso a Marone ora è festa, il sindaco Rinaldi rispetto alla sua liberazione ha dichiarato:”È una notizia bellissima, noi tutti lo aspettiamo a casa”. (agg. di Dario D’Angelo)



SERGIO ZANOTTI LIBERO

E’ stato liberato Sergio Zanotti, l’imprenditore 59enne bresciano, rapito in Siria nel 2016, tre anni fa. Ad annunciare la fine della sua prigionia è stato il presidente del consiglio Giuseppe Conte, che ha spiegato: «A conclusione di una complessa e delicata attività di intelligence, investigativa e diplomatica, condotta in maniera sinergica, in data odierna siamo riusciti a ottenere la liberazione di Sergio Zanotti, rapito in Siria nell’aprile 2016». Una vera e propria manna dal cielo la notizia della liberazione del 59enne lombardo, visto che da due anni a questa parte non si avevano più notizie, e si era temuto il peggio. Zanotti è già arrivato in Italia, atterrato ieri sera all’aeroporto di Ciampino, e versa in condizioni fisiche buone: «Un ulteriore successo – ha aggiunto Conte – delle nostre istituzioni e, in particolare, dell’Aise: a loro il mio più vivo e sentito ringraziamento». Questa mattina Zanotti verrà ascoltato dal pubblico ministero Sergio Colaiocco, che sulla vicenda sta indagando con l’accusa di sequestro di persona con finalità di terrorismo.



SERGIO ZANOTTI, LIBERATO L’IMPRENDITORE BRESCIANO

«Sono contenta – le parole in lacrime della sorella di Sergio Zanotti, come riferisce SkyTg24.it – però non so niente di più. Adesso lo aspetto. Sono troppo felice». Così invece il ministro della difesa Elisabetta Trenta, che ha utilizzato Twitter per esprimere il proprio pensiero: «Alla nostra agenzia di intelligence il mio sentito ringraziamento. Con una attività mirata e incessante ha consentito la liberazione del nostro connazionale». Quello di Zanotti è stato un sequestro che gli inquirenti hanno definito più volte “anomalo”. In tre anni, infatti, non è mai stata fatta richiesta di riscatto, ed inoltre, nessun gruppo ha mai rivendicato quell’azione criminale. L’ultima volta si erano avute sue notizie a maggio del 2017, praticamente due anni fa, un filmato in cui lo stesso imprenditore bresciano appariva in ginocchio e ammanettato, assieme a due uomini vestiti di nero e armati di fucile.