Quando il suo corpo è stato dato alle fiamme Stefania Crotti era ancora viva. La relazione sull’autopsia firmata da Andrea Verzelletti, depositata alla procura di Brescia, conferma alcuni dei terribili dettagli relativi all’omicidio della giovane mamma. Quando Chiara Alessandri l’ha portata nelle campagne di Erbusco era ancora viva: è morta per i colpi che le aveva sferrato al capo l’ex amante del marito e per le fiamme che le erano state appiccate. Il corpo di Stefania Crotti si presentava in uno stato di «massiva carbonizzazione». La situazione dal punto di vista neurologico era compromessa per lei, ma era viva e respirava quando è stata chiusa nel bagagliaio della Mercedes Classe B per essere portata a Erbusco. La prova arriva dalle analisi che hanno rilevato nel sangue una saturazione di carbossiemoglobina del 15 per cento. All’interno dei globuli rossi c’era monossido di carbonio ed emoglobina.
OMICIDIO STEFANIA CROTTI, IL MEDICO LEGALE: “BRUCIATA VIVA”
Non si può parlare di una causa della morte, ma di concause. Nello specifico sono il «traumatismo conclusivo cranico», provocato dai quattro colpi alla testa inferti da Chiara Alessandri con un martello, e «choc termico» per il fuoco. Intanto prosegue la detenzione nel carcere bresciano di Verziano per la Alessandri. Il 12 febbraio scorso il tribunale del Riesame di Brescia le ha negato i domiciliari. Secondo i giudici ha «un’indole estremamente pericolosa». L’inserimento sociale e il ruolo all’interno del coordinamento dei genitori della scuola elementare di Gorlago non hanno «frenato le sue pulsioni criminose». E infatti ha compiuto l’omicidio di Stefania Crotti, considerata la sua rivale in amore perché l’ex amante aveva deciso di tornare dalla moglie. Chiara Alessandri è incensurata ed è madre di tre bambini, ma ci sono i familiari ad occuparsi di loro e poi è più importante la «tutela della collettività». Da qui la decisione di confermare le esigenze cautelari. Chiara Alessandri, che ha confessato di aver colpito Stefania Crotti, ha però sempre negato di averle dato fuoco.