La storia di Nadia Orlando è al centro della puntata di oggi di Amore Criminale: a due anni dalla sua uccisione, il fidanzato-assassino della 21enne, Francesco Mazzega, è stato condannato in primo grado a 30 anni di reclusione. Come riportato da Fanpage, i giudici nella loro sentenza hanno spiegato che dietro l’uccisione di Nadia vi sarebbe stata da parte del killer la volontà di punire la ragazza per “la disobbedienza manifestatagli nell’aver voluto rivendicare il suo diritto di partecipare all’impegno della sagra in compagnia delle amiche, ma soprattutto per avergli ribadito, la sera del delitto, la ferma volontà di porre fine alla loro relazione”. Il riferimento è ad un episodio verificatosi due giorni prima del delitto alla sagra di Vidulis: il Mazzega, infatti, non avrebbe mandato giù il fatto di essere stato “maltrattato” dalla ragazza davanti alle amiche. (agg. di Dario D’angelo)



Il femminicidio di Nadia Orlando

Nadia Orlando è una delle tante giovani vittime di femminicidio e la sua storia sarà al centro della sesta puntata di Amore Criminale, in onda questa domenica 7 aprile su Raitre. Nadia aveva appena 21 anni e viveva a Vidulis di Dignano, in provincia di Udine. E’ la sera del 31 luglio 2017 quando la giovane accetta di avere l’ultimo incontro chiarificatore con Francesco Mazzega, 37 anni, l’uomo con il quale aveva avuto una relazione durata un anno ma che Nadia aveva deciso di portare a termine a causa dell’eccessiva gelosia di lui. Dopo essersi conosciuti sul posto di lavoro, nonostante la differenza di età i due iniziarono una relazione amorosa ma nell’ultimo periodo si era andata ad incrinarsi sempre di più per via di quell’atteggiamento ossessivo di Francesco. Alla fase di innamoramento dove tutto sembrava perfetto, era tristemente seguita una serie di atteggiamenti da parte dell’uomo con i quali tentava di controllare in ogni modo la sua giovane fidanzata. Stanca da ciò, Nadia aveva deciso di interrompere la sua relazione solo il sabato precedente. Due giorni dopo l’uomo le chiede un ultimo confronto e quella sera di fine luglio sarà per Nadia anche l’ultima della sua vita. Dopo aver cenato con la sua famiglia, la ragazza esce per incontrare Francesco. Tra i due scoppia l’ennesima discussione al culmine della quale il 37enne di Spilimbergo (ma originario di Muzzana) uccide la sua ex soffocandola. Nadia morirà dopo diversi minuti di inaudita agonia.



Nadia Orlando, uccisa dall’ex Francesco Mazzega: l’omicidio in auto

Nadia Orlando incontra la morte a pochi passi dalla sua abitazione dove si era appartata con l’ex fidanzato Francesco Mazzega per l’ultimo drammatico confronto tra i due. L’uomo la soffoca con un cuscino, poi vaga per l’intera notte con il cadavere della 21enne sul sedile lato passeggero macinando chilometro dopo chilometro senza una meta, arrivando persino al confine con la Slovenia e tornando indietro. Il suo vagare in auto terminerà solo a Plamanova, dove Mazzega raggiunge la stazione dei carabinieri costituendosi come l’autore del delitto della ragazza. Nelle ore in cui Mazzega si consegnava alle forze dell’ordine la famiglia Orlando denunciava la scomparsa della figlia. Dopo aver confessato il femminicidio, per il 37enne si sono aperte le porte del carcere a Udine. Da qui il suo trasferimento inizialmente in ospedale, nel reparto di psichiatria, piantonato 24 ore su 24 per timore che potesse compiere gesti estremi a causa del suo stato di choc. Quindi il ritorno in carcere dove però a causa delle proteste degli altri detenuti viene trasferito nel penitenziario di Pordenone. Passa appena un mese e il Tribunale del Riesame di Trieste gli concede la scarcerazione in attesa del processo, nonostante il ricorso della procura di Udine e gli appelli della famiglia della vittima. La Cassazione conferma i domiciliari con braccialetto elettronico per il 37enne reo confesso.



FRANCESCO MAZZEGA, IL PROCESSO

In attesa del processo per l’omicidio di Nadia Orlando, l’ex fidanzato Francesco Mazzega scrive una lettera alla famiglia della vittima, suscitando non poche polemiche. L’11 luglio 2018, a quasi un anno dal delitto della giovane 21enne, è giunta la sentenza di primo grado con la quale l’uomo è stato condannato a 30 anni di reclusione con l’accusa di aver ucciso la sua ex, strangolata mentre erano in auto. La Pm Letizia Puppa aveva avanzato proprio la richiesta a 30 anni di reclusione, poi accolta anche dalla Gup Mariarosa Persico che ha riconosciuto Mazzega colpevole del reato che gli era stato contestato dalla Procura, l’omicidio volontario aggravato dai futili motivi. Dopo il verdetto, come rammenta Repubblica.it, la mamma di Nadia, Antonella, aveva commentato: “Grazie a tutte queste persone. Hanno fatto veramente di tutto per aiutarci”. “Manca la parte principale. Manca Nadia”, aveva commentato, commosso, il padre Andrea all’uscita dal tribunale. Ora si attende il processo di secondo grado a carico di Mazzega.