Alghero in lutto per l’omicidio di Alberto Melone, ucciso nella notte di venerdì 5 aprile 2019 dall’amico 18enne Lukas Saba. Il giovane è stato rintracciato e arrestato dalle forze dell’ordine poche ore dopo il dramma, ma arriva la difesa: «E’ stato un tragico gioco», le sue parole riportate da Tiscali. «Non sapevo che la pistola fosse carica e non avrei mai sparato contro il mio migliore amico», ha spiegato l’imputato di fronte al Gip e affiancato dall’avvocato Gabriele Satta. Saba ha confermato quanto già aveva detto al pubblico ministero Mario Leo: la pistola di proprietà del padre l’ha presa per gioco e, pensando che fosse scarica, l’ha puntata contro Alberto per poi premere il grilletto. E’ atteso il giudizio del gip sulla concessione dei domiciliari al ragazzo, atteso anche l’esito dell’esame autoptico del medico legale.



OMICIDIO ALBERTO MELONE, ALGHERO SOTTO CHOC

I genitori di Lukas Saba non hanno dubbi: «Non è un assassino»: queste le parole dell’imprenditore Sergio Saba e di sua moglie Marieke Hellendoorm. Proseguono, come riporta Tiscali: «Quel ragazzo era il più caro amico di Lukas, erano sempre insieme, siamo davvero dispiaciuti per lui e per i suoi familiari. Quando è successo il fatto altri due ragazzi sono scappati per lo spavento, lui è rimasto lì e ha cercato di salvarlo, cercava di tamponargli la ferita si voleva suicidare, i medici del 118 gli hanno dato un calmante. Lukas è stato definito come un killer, ma killer significa che qualcuno ti ha mandato apposta per uccidere ma in questo caso è stato un incidente». Il padre del 18enne ha confermato che la pistola fatale ad Alberto Meloni era di sua proprietà e che il figlio potrebbe averla presa poche ore prima il dramma.

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