Sabato scorso è scattata ufficialmente la causa di beatificazione per Fortunata “Natuzza” Evolo, la mistica con le stigmate che parlava con le anime morte nella comunità di Paravati (Vibo Valentia): con la Santa Messa di avvio del processo, il vescovo della diocesi di Mileto Nicotera Tropea, monsignor Luigi Renzo ha annunciato l’ufficiale inizio del lungo percorso che il Tribunale Ecclesiastico dovrà intraprendere per pronunciarsi in merito alla possibilità che la Serva di Dio Natuzza Evolo possa essere proclamata beata. Nata il 23 agosto del 1924 nel piccolo centro calabrese, madre di 5 figli, mamma Natuzza, come la chiama la sua gente, era segnata da ferite sanguinanti e continue visioni “misteriose” di Gesù e della Madonna che la comunità ha sempre interpretato come deciso segno “in odore di santità”. Ora la parola tocca alla Chiesa, come spiega il figlio Antonio oggi ospite di Pomeriggio 5 per raccontare anche tutta l’intimità di Fortunata Evolo. «Eccellenza carissima – ha affermato sabato scorso a Paravati il figlio della mistica sul sagrato nella Villa della Gioia (dove sedeva assieme ai fratelli Salvatore, Franco e Angela) – questo è un giorno di grande gioia per noi figli e per tutti coloro che amano nostra madre. Voglio oggi ringraziarvi per tutto quello che avete fatto e che ancora state facendo affinché lei, “umile verme di terra”, venga elevata all’onore degli altari», riporta LaCNews24



IL FIGLIO ANTONIO “GRAZIE ALLA CHIESA”

Non erano state poche le polemiche negli scorsi anni tra la stessa diocesi e la Fondazione “Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle Anime” tanto cara a Natuzza Evolo (per le mancate riforme statutarie): ma è stato proprio Antonio a raccontare davanti ai tantissimi fedeli riuniti per festeggiare l’inizio della possibile beatificazione di sua mamma l’importanza e il ruolo avuto dalla Chiesa in tutti questi anni. «Nostra madre ha sempre avuto profondo rispetto per lei e per tutti coloro che l’hanno preceduta alla guida della diocesi. Nella figura del vescovo, del resto, la mamma intravedeva Gesù e la stessa Chiesa che lei rappresenta. A cui obbedire sempre, costi quel che costi. Ancora oggi – ha aggiunto Antonio – in questa vallata risuonano le parole che lei ha pronunciato il giorno dei suoi funerali». Quel giorno Mons. Renzo esclamò «Natuzza è già Santa tra i santi del cielo»: era il 2009 e da quel giorno la chiesa locale si adoperò per richiedere l’avvio della causa in tempi semi-record. «D’allora vi siete prodigato in tutti i modi, in maniera disinteressata e con grande spirito di sacrificio affinché il processo di beatificazione prendesse il via. Questo momento è finalmente arrivato, e lo si deve a lei monsignor Renzo. Grazie di tutto. Vada avanti per la sua strada, la mamma le starà accanto e continuerà a darle sostegno anche dal cielo», concluse Antonio durante la Santa Messa di sabato scorso.

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