Prelievo forzato di ovuli, nuovo capitolo nel processo che riguarda il ginecologo Severino Antinori. Come riportano i colleghi de Il Giorno, la segretaria del medico della Clinica Matris Bruna Balduzzi ha affermato in una dichiarazione scritta depositata in appello a Milano di non essere mai stata capace «di opporsi alle richieste avanzate» e «di aver sempre eseguito gli ordini». La donna ha dunque ammesso le sue responsabilità, con Antinori a processo per il caso di prelievo forzato di ovuli a una infermiera a cui ha chiesto scusa e per traffico di ovociti. Una novità non di poco conto: è la prima volta in cui viene confermata l’ipotesi dell’accusa da parte di un imputato.
“MAI CAPACE DI OPPORMI ALLE RICHIESTE AVANZATE DA SEVERINO ANTINORI”
Ricordiamo che Severino Antinori è stato condannato a sette anni in primo grado per i reati di lesioni aggravate e rapina di ovociti, un’inchiesta partita due anni fa dopo la denuncia della giovane. Come evidenzia il Corriere della Sera, il ginecologo è stato inoltre interdetto per 5 anni e 6 mesi dall’esercizio della professione medica. La segretaria, insieme all’anestesista Antonino Marcianò, è stata condannata a 5 anni e 2 mesi di carcere: l’ammissione della donna è stata depositata in vista di una richiesta di concordato in appello. Anche l’anestesista ha chiesto di poter ricorrere al concordato in appello, preannunciando il deposito di una dichiarazione di responsabilità: una svolta importante che potrebbe avere degli effetti anche in un altro processo, quello che vede l’infermiera accusata di calunnia.