Non ci sono dubbi sul fatto che Said Mechaquat sia l’autore dell’omicidio di Stefano Leo, ma sono molti gli interrogativi sul movente. «Cercavo un italiano, uno sui trent’anni. Uno straniero avrebbe fatto meno scalpore. Volevo togliergli tutte le promesse di felicità», ha raccontato. Il gip Silvia Carosio ha disposto inizialmente il divieto di colloquio tra il 27enne e il suo legale, l’avvocato Basilio Foti, che però ha potuto incontrare negli ultimi giorni il suo assistito nel carcere. In questo breve scambio di battute, come riportato da La Stampa, l’assassino ha aggiunto al movente un altro dettaglio: «Non ho scelto per caso il luogo dell’omicidio. L’ho fatto vicino a casa della mia ex perché lei potesse percepire la paura». In effetti era sembrata evidente a molti la singolarità del luogo individuato da Said Mechaquat per uccidere Stefano Leo. Gli inquirenti nutrono riserve sulla spiegazione, ma effettivamente il luogo dell’omicidio dista poche decine di metri dalla via dove vive l’ex compagna, Ambra.



STEFANO LEO, ASSASSINO CAMBIA VERSIONE: SCELTA LUOGO NON CASUALE

L’ex si è rifatta una nuova vita con un nuovo fidanzato e vive con il bambino avuto da lui anni fa. Il rapporto è marchiato dalle violenze ed è finito in tribunale. Il 20 giugno 2016 Said Mechaquat era stato condannato a un anno e sei mesi di carcere senza condizionale. Il suo legale presentò ricorso in Appello, ritenuto dalla seconda sezione penale inammissibile «con contestuale ordine di esecuzione della sentenza». Era il 18 aprile 2018, il timbro del cancelliere della Corte d’Appello arriva l’8 maggio 2018. La Corte, come riportato da La Stampa, scrisse che era stato lo stesso 27enne marocchino ad aver ammesso di picchiare la donna almeno tre volte al mese. Il resto è cronaca ormai nota: il 23 febbraio scorso è stato ucciso Stefano Leo. Dalla cancelleria non è mai stato trasmesso alla procura l’ordine di carcerazione, e sono trascorsi più di 250 giorni dalla sentenza. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede per questo ha inviato gli ispettori a Torino.

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