NEW YORK — Cosa diavolo è Fortnite? Qualche tempo fa mi era caduto l’occhio su una notizia riguardante tale Griffin “Sceptic” Spikoski, Griffin “lo scettico”, giovanissimo teenager di Long Island. Magari a quattro passi da dove viviamo noi. Quando nelle notizie si parla di Long Island è difficile capire perché Long Island è – appunto – “long”, cioè lunga. Comunque da queste notizie risultava di un ragazzino di quattordici anni che passa la giornata “lavorativa” (mediamente 8 ore) alla console dei videogiochi. Il bello è che essendo che “Sceptic” è un mostro di bravura, tra visualizzazioni su Youtube e dirette televisive delle sue imprese ludiche, attorno a lui finiscono per girare un sacco di soldi che la famiglia Spikoski affida a un consulente finanziario affinché nulla vada sprecato e tutto porti frutto.
Sarà… a me i consulenti finanziari non mi hanno mai ispirato. Veramente non mi hanno mai ispirato neanche i videogames. Per carità, chi è che non ci mette le mani ogni tanto? Ma da questo a otto ore al giorno chiuso in casa a “giocare”, con la testa infilata dentro lo schermo e senza via d’uscita (dallo schermo), visto che i genitori del povero ragazzino per farlo studiare nonostante i notevoli carichi quotidiani di lavoro non hanno trovato di meglio che un corso scolastico online…
Ma insomma, cos’è questo Fortnite? Sono andato a cercare perché non mi vergogno certamente a dichiarare la mia pressoché totale ignoranza rispetto ai videogiochi. Certo, ho cercato online. Online c’e’ tutto: videogiochi, istruzioni dei videogiochi, spiegazione dei videogiochi, immagini dei videogiochi e dei videogiocatori, loro età, indirizzo, membri della famiglia, numero di scarpe, statura, girovita… Cito: “Fortnite Battle Royale è uno sparatutto online in terza persona: lo scopo è quello di fare fuoco contro qualsiasi cosa si muova, nell’intento di essere gli ultimi a rimanere vivi nell’ampia mappa di gioco proposta. Tuttavia parte del successo del gioco è dovuto anche ad una proposta abbastanza innovativa nel gameplay: combinare l’azione in combattimento con una meccanica adibita alle costruzioni, grazie a un menù che richiama molto da vicino le possibilità offerte da Minecraft. In Fortnite Battle Royale si raccolgono armi e strumenti utili, si spara, ci si nasconde e si sfrutta l’ambiente a proprio vantaggio; al tempo stesso è possibile volendo fare gioco di squadra, esplorare gli ambienti e costruire edifici e piattaforme per aiutarsi lungo il cammino”.
Beh, uno potrebbe commentare, in fondo cosa c’è di male? Non sembra essere un gioco peggiore di altri. L’idea che per farcela dobbiamo ammazzare gli altri ormai è abbastanza consolidata (e non solo nei giochi), e se il ragazzo si diverte, porta a casa un sacco di soldi e trova pure il modo di studiare, quali sono le controindicazioni?
Da ragazzino amavo il “flipper”. Se mi avanzava qualche cento lire dall’acquisto di un disco (perché li andavano i miei soldini) era “flipper”. Però non è che avessi un flipper in casa. Quantomeno per andare alla “sala attrazioni” dovevo prendere la bicicletta. E quando finivo i soldi dovevo riprenderla per tornarmene a casa. E poi la “sala attrazioni” era a due passi dal mare, e il mare non lo puoi ignorare, mai.
Allora, controindicazioni per il giovane “Sceptic” e tutti i suoi seguaci? Siamo fatti per avere un computer come amico? C’è un mondo là fuori, ci sono uomini, donne, bambini, alberi, fiumi, laghi, colline, montagne, c’è il mare, c’è tutto il creato e tutto quello che l’uomo ha creato. C’è da vedere, toccare, sentire, odorare, assaporare… È primavera: non c’è videogioco che batta un fiore che sboccia. E non c’è bisogno di ammazzare nessuno.