C’era un altro uomo insieme a Giovanni Erra e ai tre minorenni che il 28 settembre 2002 uccisero la povera Desirée Piovanelli? Sembra emergere proprio questo da una relazione firmata dai Ris di Parma di 17 anni fa in cui si evidenzia la presenza di una traccia biologica mai analizzata rinvenuta sul gomito della 14enne e “riconducibile ad un soggetto di sesso maschile diverso dagli indagati”. Dopo la riapertura del caso da parte della procura di Brescia il sospetto inquietante è che possa esserci un nuovo caso simile a quello di Yara Gambirasio, dove da una traccia di Dna si riuscì a risalire ad “Ignoto 1”, che alla fine si scoprì essere Massimo Bossetti, condannato all’ergastolo per l’omicidio dalla Cassazione della 14enne di Brembate.
DESIREE PIOVANELLI, SPUNTA DNA MAI ANALIZZATO
Qualche informazione aggiuntiva sulla riapertura del caso di Desirée Piovanelli, la ragazza di 14 anni massacrata dal branco in una cascina di Leno, in provincia di Brescia, è stata fornito nel corso della puntata di oggi di Pomeriggio 5. In collegamento con Barbara D’Urso, l’inviata Ilaria Dalle Palle ha riferito di aver parlato pochi minuti fa con il papà di Desirée, che si è detto soddisfatto della riapertura dell’indagine e convinto della presenza di un quinto uomo sulla scena del delitto: “Ora con queste tracce spero che andranno a verificare e credo che verrà fuori ancora tanto. Mi risulta molto strano il movente che è uscito dai processi. Erra secondo me sa chi c’era ma non vuole dirlo”, aveva dichiarato a Quarto Grado. Pure l’ex fidanzatino dell’epoca ha inviato una lettera a Barbara D’Urso ringraziando per l’attenzione dedicata ad un caso che sembra avere ancora molte cose da dire.