Un grido lanciato da tempo e che oggi risuona come un appello purtroppo quasi del tutto inascoltato: la Camorra c’è sempre, il degrado si diffonde e l’esigenza di ordine e controlli è quantomeno parigrado all’emergenza educativa in una società sempre più allo sbando, specie nelle periferie dei grandi centri urbani. «Siamo soli e abbandonati: questo non è un paese civile» attacca la preside della scuola al Rione Villa e con lei si schiera anche il parroco «ai ragazzi sono spezzate le ali dall’assenza di opportunità». La ferocia dimostrata davanti ai bimbi questa mattina è inaudita e spaventa, spiega ancora Padre Modesto Bravaccino al Mattino «Noi pensavamo di aver risolto, in parte, il problema delle stese, invece ci troviamo addirittura con un morto e un ferito, fatto ben più grave di una stesa. Le stese ci mettevano in scacco tutti, avevamo paura di camminare per strada per il timore di essere feriti». Secondo la dirigente scolastica Valeria Pirone, raggiunta dall’Agensir, «non sono tanto più credibile nel dire ai ragazzi: ‘Venite a scuola’, perché non sono garantiti nella sicurezza. Non c’è nessuno che ci protegge, non ci sono forze dell’ordine, non c’è nulla. Anche questa volta passerà il momento in cui tutti gli occhi sono puntati su questo tratto di strada e tutto ritornerà come prima, tutti si dimenticheranno di noi, sempre soli e abbandonati, persino senza un vigile fuori alla scuola, all’orario di entrata e uscita dei ragazzi». (agg. di Niccolò Magnani)



DE MAGISTRIS CONTRO SALVINI

A parte il parroco del Rione Villa e la preside della scuola davanti alla quale è avvenuto l’agguato a Luigi Mignano, nessuno ha visto, nessuno sa, nessuno vuole parlare: tutti in silenzio con il terrore che i clan camorristi tornino in una delle zone più tormentate della periferia di Napoli. C’erano tantissimi bambini durante gli spari e il nipotino di 3 anni ha visto morire davanti a lui il nonno e ferito alla gamba il papà: come racconta l’inviato di Adnkronos, «specialmente donne del posto, si riuniscono e confabulano tra loro, commentano a voce bassa l’accaduto proprio mentre la polizia srotola il nastro bicolore per delimitare l’area dell’agguato». Nessuno sa niente, «non abbiamo visto» ripetono in corso tutti i presenti: il prete e la coraggiosa preside per ora le uniche voci fuori dal coro, al netto delle reazioni politiche che però subito aprono un tema ancora più ampio che rischia di mettere in secondo piano la pericolosità di quanto successo al Rione Villa. Alessandra Clemente, assessore del Comune di Napoli ai Giovani, spiega in una nota «Domattina accompagneremo noi i bambini a scuola dato che gli uomini delle forze dell’ordine promessi dal ministro Salvini non sono arrivati. In quello zainetto a terra lasciato dal bimbo che era con l’uomo ucciso ho rivisto lo zaino di mio fratello quando morì nostra madre». Non solo, il sindaco stesso di Napoli Luigi de Magistris si dice del tutto preoccupato per il fatto gravissimo avvenuto davanti una scuola in pieno orario d’ingresso: «Io continuo a chiedere in maniera forte un potenziamento delle forze di polizia. Il Ministro dell’Interno è venuto tre volte in città, promettendo più volte questo rafforzamento, che io non ho visto. Non vedo questo rafforzamento nei luoghi importanti, in cui c’è contrasto al crimine, come i commissariati e le caserme. Da un punto di vista della videosorveglianza devo constatare che passi in avanti sono stati fatti, perchè maggiori pezzi della città sono videosorvegliati, anche se si deve fare sempre di più». (agg. di Niccolò Magnani)



GLI APPELLI DELLA PRESIDE E DEL PARROCO

«Come faccio a dire a questi ragazzi che va tutto bene? Ci vuole l’esercito, abbiamo bisogno di regole e protezione»: è arrabbiata e spaventata la preside della scuola Vittorino Da Feltre, nella periferie Est di Napoli dopo l’agguato avvenuto stamane che solo un miracolo ha “evitato” coinvolgesse anche dei bimbi innocenti, in primi il nipotino della vittima uccisa dai clan della Camorra. Alla dirigente Valeria Pirone, intervistata dal Mattino fuori dalla scuola, si aggiunge anche l’appello accorato e preoccupato del parroco al Rione Villa «Fino a stamattina eravamo fiduciosi che la situazione fosse migliorata, poi un agguato davanti ad un bimbo di tre anni, il nipote della vittima, ci ha fatto capire che la ferocia è aumentata» riporta a Sky Tg24 il sacerdote Don Modesto Bravaccino, parroco di San Giuseppe. Fu sempre lui un anno fa a mostrare un proiettile finito nel campetto del suo oratorio, proprio vicino all’agguato di questa mattina: «Da quel giorno si è sparato tanto ma nessun omicidio oggi in questa zona c’erano mamme, bimbi che andavano a scuola, anziani che stavano venendo a messa. Fino a stamattina eravamo fiduciosi – aggiunge ancora il parroco – c’era stata la manifestazione anticamorra un anno fa, l’incontro con Salvini, con la Municipalità, con il sindaco. Insomma sembrava che le forze dell’ordine avessero assicurato maggiore sicurezza invece la situazione, concretamente, non sembra migliorata ma peggiorata. Sto da otto anni in questa parrocchia, si è sparato tanto ma non si era mai ammazzato nessuno. La ferocia è aumentata». (agg. di Niccolò Magnani)



SPARI AL RIONE VILLA

Attimi di terrore puro quelli vissuti davanti ad una scuola di Napoli questa mattina, quando intorno alle 8,30 del mattino, orario di ingresso dell’Istituto Vittorino da Feltre, nel cuore del Rione Villa, è andato in scena un agguato in cui ha perso la vita Luigi Mignano, di 57 anni, ed è rimasto ferito anche il figlio, il 32enne Pasquale. Lo riferisce La Repubblica, sottolineando come accanto al corpo senza vita di Luigi Mignano, per terra, sia rimasto anche lo zainetto di un bambino. Un elemento che fornisce un’indicazione chiarissima sul rischio corso dai piccoli della scuola situata nella zona Est di Napoli questa mattina: quello cioè di restare coinvolti in una sparatoria che avrebbe potuto avere delle conseguenze ancora più gravi di quelle che già ha causato con la morte del 57enne.

NAPOLI, AGGUATO DAVANTI ALLA SCUOLA: UCCISO LUIGI MIGNANO

Secondo le prime informazioni che arrivano da Napoli, il copione che ha portato alla morte di Luigi Mignano è quello classico che caratterizza molti degli agguati cui il capoluogo campano è tristemente abituato. A colpire mortalmente il 57enne che si trovava davanti all’Istituto Vittorino da Feltre nel rione Villa, precisamente in via Sorrento, sarebbero stati infatti due sicari a bordo di uno scooter, i quali non si sarebbero limitati ad esplodere pochi colpi, bensì ne avrebbero sparati numerosissimi. Lo dimostra il fatto che un’auto che si trovava nella zona in cui ha avuto luogo la sparatoria risulta adesso crivellata di proiettili. Il figlio della vittima, Pasquale, ferito ad una gamba è stato trasferito presso l’Ospedale del Mare. Come riportato da La Repubblica, non è ancora chiaro se i due obiettivi dei sicari avessero o meno dei precedenti.