Manduria sotto choc per la morte di Antonio Stano, il 66enne pensionato seviziato e ucciso da una baby gang. Un omicidio che ha scosso la comunità tarantina e, soprattutto, le famiglie dei componenti del gruppetto di minorenni che ha picchiato a sangue l’anziano. La madre di uno dei bulli ha parlato ai microfoni del Corriere della Sera, spiegando come il figlio abbia affermato di aver ricevuto il filmato nella chat comune chiamata “Gli orfanelli” ma niente di più. E la sua è una riflessione profonda, che si interroga sulle possibili colpe: «Uno si chiede: come hai fatto a non accorgerti? E però quando poi ti ritrovi in mezzo a una cosa così grossa ti interroghi fino in fondo e allora io dico: voglio credergli e sono sicura che mio figlio non abbia fatto niente di più di quello che ammette di aver fatto. Che è già molto grave, sia chiaro. Chi lo può negare? Ma la domanda che mi tormenta in questi giorni è: come avrei potuto accorgermi di una cosa così? Come fai tu, madre, ad accorgerti di cosa fa nel dettaglio tuo figlio quando esce con gli amici: come fai a sapere se si scambia un video o se chatta o cosa si dice, cosa c’è in quel video…».
MANDURIA, LE PAROLE DELLA MADRE DI UN BULLO
Prosegue la donna ai microfoni del Corriere della Sera: «Si vede quando un ragazzo fa le cose balorde. Ti puoi accorgere se ha in tasca più soldi del solito, se si comporta in modo strano perché magari ha a che fare con la droga, puoi capire quando non sta bene anche se non te lo dice. Ma un video in una chat… Come fai ad accorgerti che cosa sta succedendo dentro quel cavolo di telefonino?». «Quello dei genitori è un mestiere davvero difficile», aggiunge la mamma, che si chiede se anche lei non abbia delle colpe per quanto accaduto: «È evidente che io non sono stata capace di fargli capire che cos’è il bene e che cos’è il male. Se uno me lo racconta daccapo tutto quello che è successo, io ancora non ci credo».