Anna Leonori ha subito l’amputazione di tutti e quattro gli arti ed oggi la donna si ritiene vittima di una serie di tragici ed evitabili errori medici. Per questo ha deciso di chiedere tramite i suoi avvocati i risarcimenti con delle lettere già indirizzate agli ospedali Regina Elena di Roma e Santa Maria di Terni. Il suo legale, l’avvocato Francesca Abbati, come fa sapere Corriere.it ha già inviato una richiesta di apertura di sinistro ma la vicenda potrebbe presto finire in un’aula di tribunale con tanto di denuncia penale. Ora però si attende la perizia medico-legale prima di poter definire anche l’ammontare del risarcimento del danno. A confermarlo è stato lo stesso difensore che ha commentato: “Le cartelle cliniche di Anna sono al vaglio del professor Mariano Cingolani, ordinario di medicina legale dell’università di Macerata”. La vicenda che vede protagonista Anna Leonori è ancora tutta da chiarire ma secondo la ricostruzione della 46enne, separata e mamma di due figli non lascerebbe molti dubbi: “La mia tragedia comincia nel 2014, quando ricevo una diagnosi di tumore maligno del quarto grado alla vescica. Decido di rivolgermi altrove e dopo nuovi accertamenti vengo operata a Roma, dove mi asportano utero, ovaie, 40 linfonodi e la vescica, sostituita con un organo artificiale”. La vera sorpresa choc arriva in concomitanza con i risultati dell’esame istologico del tutto negativo. “In tutte le parti asportate non c’era l’ombra di quel cancro temibile”, ha aggiunto.
ANNA LEONORI, DALL’ASPORTAZIONE DELLA VESCICA AGLI ARTI AMPUTATI
Il vero incubo arriva in seguito, quando la vescica artificiale inizia a creare non pochi fastidi al punto da essere l’artefice di infezioni e dolori inumani tali da farle perdere i sensi. Dopo essere stata ricoverata nel 2017, Anna Leonori entra in sala operatoria ma ne esce in coma, stato in cui resterà per 80 lunghi giorni. “Lì è iniziata la necrosi agli arti e sono stata portata in ritardo al centro grandi ustionati di Cesena, dove mi hanno asportato tutti e quattro gli arti”, ha aggiunto la donna. Le domande che si pone sono inevitabili: aveva davvero un tumore maligno tale da richiedere l’asportazione dell’intera vescica? Ed ancora, c’erano focolai di metastasi tali da giustificare l’amputazione di tutti e quatto gli arti? Adesso Anna ha bisogno di protesi di ultima generazione e a tal fine è stata organizzata una raccolta fondi che le potrebbe consentire una vita più semplice ed autonoma: “Dopo tante difficoltà riesco a camminare con le protesi. Con il mio braccio amputato mi trucco, uso il telefono, mi asciugo le lacrime. Ma non riesco a soffiarmi il naso, a tenere un cucchiaio, ad appoggiarmi mentre scendo le scale: avrei bisogno però di protesi superiori che l’Asl non fornisce”, spiega. Ma i costi sono enormi, aggirandosi attorno ai 90mila euro. Finora i soldi raccolti sono 60mila: “Voglio ringraziare tutti coloro che hanno voluto dare un contributo, piccolo o grande che sia. Non voglio perdere la speranza di poter prima o poi conquistare un minimo di autonomia. Grazie di cuore anche a chi mi dedica solo un pensiero”, ha commentato Anna.