L’11 aprile scorso, il capo della polizia dello Sri Lanka, Pujuth Jayasundara, aveva diramato un allarme dell’intelligence ai più alti ufficiali in cui si dichiarava che c’erano indizi fondati per sospettare che alcuni kamikaze stessero preparando degli attentati suicidi in “chiese importanti”. Purtroppo era tutto terribilmente vero. Ieri, la mattina di Pasqua, otto esplosioni (secondo altre fonti le esplosioni sarebbero sei o cinque) hanno squassato chiese e hotel di lusso principalmente della capitale Colombo causando, nel momento in cui scrivo, oltre 200 morti e circa 500 feriti di cui 35 stranieri. Le chiese colpite non sarebbero solo a Colombo ma anche a Katuwapitiya, Katana e Negombo. Appare chiaro quindi che si tratta di un’ondata di attentati sincronizzati avvenuti in tutto lo Sri Lanka e non solo a Colombo.
Il ministro della Difesa ha parlato di atti di terrorismo compiuti da estremisti religiosi probabilmente di matrice musulmana, aggiungendo che tredici persone sono state arrestate anche se finora non c’è ancora stata alcuna rivendicazione degli attentati. Mentre Conte e Mattarella condannavano la violenza, Papa Francesco durante il messaggio Urbi et Orbi, col volto abbattuto, si univa con tristezza al dolore di tutte le vittime e dei loro cari, sottolineando come tutto ciò avvenga proprio il giorno di Pasqua.
Non si può non rilevare che la morte sia arrivata proprio il giorno di Pasqua. Anzi, in quello che è il giorno di Pasqua per la Chiesa cattolica. E la cosa non può che far riflettere, visto i cattolici nel paese sono una minoranza assoluta dato che, secondo gli ultimi censimenti, il 70% dei cingalesi è buddista, il 12% induista, il 10% musulmano ed il 7,4% cristiani di cui solo il 6% è cattolico.
Perché è stato scelto di fare un attentato nelle chiese cattoliche il giorno di Pasqua? L’11 settembre 2001, il giorno dell’attentato alle Torri Gemelle, era un giorno qualsiasi e infatti l’obiettivo era genericamente l’occidente, la gente qualsiasi che lavorava in un giorno feriale. Allo stato attuale delle indagini non si comprende perché una strage del genere sia stata concepito prevalentemente in chiese all’interno delle celebrazioni liturgiche della Pasqua, ma io una risposta ce l’avrei.
Qualche giorno fa, a proposito dell’incendio della cattedrale di Notre Dame, qualcuno, in modo del tutto infondato, ha voluto vedere chissà quale punizione divina dietro un banalissimo incidente casuale che aveva uno straordinario valore simbolico solo perché, invece di una stazione della metro, aveva devastato una cattedrale simbolo. Qualche mese fa un uomo di governo aveva associato il cambiamento climatico al demonio, e avevo trovato risibile l’accostamento. Qualche settimana fa, a proposito di un’innocente scenetta a Sanremo, c’è stato chi ha invocato Satana. Ma questa volta è diverso. In questo caso non posso fare a meno di nominare il diavolo. Che, ovviamente, si serve di uomini in carne ed ossa. I cattolici, in Sri Lanka, non sono protagonisti dei poteri finanziari, non rappresentano la classe politica né sono a capo di alcuna tensione sociale particolare. Nel cercare i moventi si brancola nel buio perché non pare esserci alcuna ragione per scegliere di seminare strage nelle chiese dello Sri Lanka il giorno di Pasqua. Ma forse, questa volta, se non si va troppo lontano da Chi è stato sconfitto dalla Resurrezione di Cristo, non si va troppo lontano dalla verità.