A Bozzolo, in provincia di Mantova, da giorni sono affissi alcuni “cartelli” omofobi per le vie del paese che invitano i passanti a “ripararsi” dalla presenza di omosessuali e depravati: l’assurdità del messaggio riguarda di certo il contenuto, un vero atto di accusa contro le persone LGBT della comunità mantovana, ma forse andrebbe sottolineato anche la totale ignoranza e “disgraficità” del testo. A Pomeriggio 5 saranno presenti due ragazzi omosessuali da cui è partita la denuncia, con la consueta battaglia rivendicata da Barbara D’Urso che sarà al centro della puntata odierna: eppure, forse la vera chiave della follia sta nel capire chi possa avere scritto tali oscenità in una “lingua” che tradisce la semi-totale ignoranza (e forse non italianità) di chi ha scritto tali cartelli. «Attenzione Codice Rosso. Si allerta la cittadinanza. Della presenza sul territorio di alcune persone omosessuali Non tutti che sono usciti dal limite del buonsenso e della decenza morale, i cosidetti “fr*oci cul*ttoni perversi” animati da luride intenzioni», è solo l’inizio del cartello, giusto per farvi capire il tenore della “denuncia”.
IL CARTELLO CHOC (SPECIE PER L’ITALIANO)
In maniera completamente gratuita e apparentemente senza senso, il cartello per le vie di Bozzolo prosegue con altre “succose” oscenità: «Si spera che tali luridi porconi siano al più presto rinchiusi nel loro porcile e riportati alla decenza. Qualcuno dice che il mondo è bello perchè è vario! per quanto mi riguarda di sti porci del mondo vario! Kagasota morbosi sfrenati schifosi possono anche crepare con un bel tappo in c*lo». Chissà se la forma e il linguaggio utilizzato nel cartello sarà messo in rilievo da Pomeriggio 5 e dalla diretta con la denuncia dei giovani omosessuali sentitisi aggrediti e discriminati per quanto letto: con questo non intendiamo sminuire la gravità di un attacco omofobo, ma solo concedere per completezza di informazione quanto lo stesso sito Gay.it ha giustamente posto in evidenza. «Ho sparite ho rileviamo il resto di questi rinc*glioniti porci perversi», è la frase che chiude il cartello affisso per il paese. Un attacco ai gay ma prima di tutto alla lingua (e decenza) italiana.