Ci si interroga da secoli su chi sia e se veramente esiste, o esisterà, la figura dell’Anticristo, il personaggio che secondo il Libro della Rivelazione, si scontrerà con Cristo al momento della sua seconda venuta sulla Terra per conquistare il destino finale del mondo e degli uomini. Il Libro della Rivelazione altro non è che la nota Apocalisse di Giovanni, in cui si narra in modo dettagliato lo scontro finale tra Dio e il Diavolo, anche se non viene mai citata la nomea di Anticristo, ma “una bestia che sale dal mare”, l’incarnazione del drago, il volto storico attribuito a Satana. Nel resto del Vangelo in realtà questa personaggio è citato soltanto in tre versetti della Prima lettera di Giovanni e in un versetto della Seconda lettera. Anche Paolo nella Seconda lettera ai Tessalonicesi fa riferimento a una figura antagonista a Gesù, “l’uomo dell’iniquità e della perdizione”. Il numero 666 invece, da sempre identificato come quello del demonio, appare una sola volta, nell’Apocalisse di Giovanni, sempre riferito alla bestia che sale dal mare: “Chi ha intelligenza calcoli il numero della Bestia (ἔχων νοῦν ψηφισάτω τὸν ἀριθμὸν τοῦ θηρίου): infatti è numero d’uomo (ἀριθμὸς γὰρ ἀνθρώπου ἐστίν), e il suo numero è seicentosessantasei (καὶ ὁ ἀριθμὸς αὐτοῦ ἑξακόσιοι ἑξήκοντα ἓξ).
LA RIVELAZIONE DI GIOVANNI
Il professor Kim Haines-Eitzen, docente di antiche religioni del Mediterraneo specializzato nel primo cristianesimo e nel primo giudaismo, della Cornell University americana, ha dato adesso la sua interpretazione di chi ci si riferisca quando si parla di Anticristo. Si tratterebbe dell’imperatore Nerone, autore della prima feroce persecuzione contro i cristiani, nell’epoca del quale si dice che Giovanni abbia scritto l’Apocalisse. Secondo il docente, la parte finale del Nuovo Testamento che descrive l’apocalisse è da considerarsi un libro religioso e profetico con moltissimi simbolismi, ma è anche un libro dal contenuto politico: “Giovanni fa una rivendicazione politica sulle cause del male o di chi ne è responsabile. Applicando valori numerici al nome di Nerone imperatore e se si sommano, si arriva al numero 666”, dice. E’ vero però, dice ancora, che in altre versioni si trova il numero 615, ma sarebbe un’altra prova della sua teoria: “Questo numero potrebbe portarci a credere che non si tratti di Nerone. Ma se si scrive Nerone in latino, si ottiene ancora una volta 666”. Le teorie del docente sono state presentate nel programma televisivo condotto dall’attore Morgan Freeman presentato su Netflix, La storia di Dio.