Domenico Condello continua la sua carriera da primula rossa della criminalità. Il boss della ‘ndrangheta è infatti riuscito a sfuggire ancora una volta al tentativo di cattura. Ben diciassette persone che lo proteggevano sono però finite in manette, ma Domenico Condello è sfuggito agli arresti, durante l’operazione di polizia Reggio Nord condotta dai carabinieri lo scorso 5 ottobre. Condello, cugino di un altro boss della criminalità, Pasquale, è considerato uno dei trenta latitanti più pericolosi e più ricercati: l’operazione delle forze dell’ordine ha però permesso di smantellare la rete dei suoi sostenitori e aiutanti, il che è comunque una notizia positiva. Tra i diciassette arresti, anche sei donne: Margherita Tegano che era anche la sua convivente due cugine del boss, Caterina e Giuseppa che hanno cercato di ostacolare la sua cattura: e infine Giuseppa Santa Cotroneo, Maddalena Martino e Mariangela Amato. Queste ultime tre avevano compiti di alta responsabilità all’interno del vertice criminale, segno che ormai le donne si sono conquistate la loro quota rosa almeno dentro alla criminalità. La più impegnata del gruppo era Giuseppe Santa Cotroneo suocera di Pasquale Condello, che aveva l’incarico di nascondere armi e auto e proteggere la latitanza di diversi boss del gruppo Imerti-Condello-Tegano. Erano questi i protagonisti di una guerra interna alle cosche che tra gli anni ottanta e i novanta ha provocato circa mille morti in provincia di Reggio Calabria. Domenico Condello, soprannominato U pacciu, è nato a Reggio Calabria il 4 novembre 1956. E’ cugino di Pasquale, detto U supremu, che è considerato ancora più pericoloso e importante di lui nei vertici della ‘ndrangheta e che è in carcere dal 2008. Ovviamente proprio per questo atrresto del cugino, Domenico adesso è considerato il capo supremo della ‘ndrangheta della zona di Reggio Calabria. Domenico Condello è considerato l’assassino di Paolo De Stefano un altro boss mafioso ucciso durante la guerra tra cosche. Per questo omicidio venne processato e condannato.



La pena che gli fu commutata fu quella dell’ergastolo nel corso del processo cosiddetto Olimpia: le colpe che hanno portato alla condanna sono quelle di associazione mafiosa, traffico di droga, estorsione e omicidio. E’ latitante e ricercato dal 1993.

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