Il Partito Comunista cinese ha deciso di rimuovere dal suo incarico Bo Xilai, ambizioso segretario in carriera del Partito nella metropoli meridionale di Chongqing, tra le città più grandi del Paese, con 20 milioni di abitanti. Nato al Pechino nel luglio del ’49, stava tentando la scalata politica, cercando di diventare un membro del comitato centrale del Partito, composto da 9 persone che, di fatto, controllano i gangli vitali della Repubblica Popolare, occupando al suo interno diverse cariche e ruoli. Bo Xilai non è che fosse un politicante alle prima armi. Faceva parte, infatti, del Politburo, l’ufficio di controllo e vigilanza del partito, dotato anch’esso di enormi poteri, anche se inferiori a quelli del comitato centrale. Al suo posto è subentrato il vice primo ministro Zhang Dejiang, mentre la notizia della sua defenestrazione è stata data in poche righe dall’ agenzia ufficiale Nuova Cina. Nel 18esimo congresso del Pcc, 7 dei nove componenti saranno sostituiti nel prossimo autunno, dando vita al passaggio di consegne tra la nuova e la vecchia generazione. Il peccato originale di Bo può esser consistito nell’autocandidarsi al vertice, rompendo così una prassi consuetudinaria. La sua popolarità era dovuta, tra le altra cose, alla sua lotta senza quartiere contro la criminalità organizzata, fondata su suggestioni legate agli anni ’60 e ’70 quali la rivisitazione della culture delle Guardie Rosse. Inoltre, aveva dato vita ad un programma di welfare egualitario molto popolare tra la classe operaia. Figlio di Bo Yibo, tra gli otto membri anziani del Partito comunista cinese, tra il 2004 e il novembre 2007 era stato Ministro del Commercio della Repubblica popolare cinese. Divenne famoso già quando era sindaco del centro costiero ed economico di Dalian e, successivamente, in qualità di governatore di Liaoning. Il suo processo di decadimento politico ha avuto inizio in febbraio, quando il suo ex braccio destro era stato arrestato in seguito al tentativo di rifugiarsi presso il Consolato americano di Chengdu, il più vicino a Chongqing. Anche Bo, a questo punto, rischia di essere messo sotto inchiesta.
Oggi si comprendono le parole del premier Wen Jiabao che, di recente, aveva aspramente criticato «la dirigenza del Partito di Chongqing», lasciando intendere che era giunto il momento di liberarsi di Bo.