I due italiani rapiti sono Paolo Bosusco, guida turistica, e uno dei suoi clienti, Claudio Colangelo, che si era rivolto all’agenzia di viaggi gestita dal primo per una escursione di cinque giorni, iniziata il 12 marzo scorso. A sequestrare i due italiani sarebbe stato un gruppo maoista dell’Orissa, stato federale dell’India orientale, una delle province più povere del paese con una popolazione di circa 37 milioni di abitanti. Di questi, circa il 47% vive sotto la soglia minima di povertà. Sono tanti i gruppi maoisti presenti sul territorio, e i guerriglieri attivi sono circa 20 mila, creando non poche difficoltà alla sicurezza interna indiana. Questi gruppi maoisti occupano un cosiddetto “corridoio rosso”, che va dallo Stato meridionale dell’Andhra Pradesh fino al Nepal e al West Bengala, attraversando il Chattisgarh, e i ribelli, secondo alcune stime del governo indiano, sarebbero presenti in circa un terzo dei seicento distretti indiani. Secondo alcuni esperti, questi gruppi maoisti verrebbero finanziati dalla Cina, e l’ideologia marxista comunista a cui si ispirano continua ad attirare le comunità tribali presenti sul territorio. Tanti gli attacchi e la violenza, in particolare nel 2009, l’anno più sanguinoso, nei confronti di obiettivi governativi. Alla fine le vittime sono state circa seicento. Il movimento è noto come Naxalita dal giorno dell’insurrezione a Naxalbari, nel 1967, nel Bengala Occidentale e, nonostante siano giudicati negativamente dall’opinione pubblica, in loro favore si sono schierati diversi intellettuali di sinistra. Diversi testimoni raccontano poi che poco prima del rapimento, i due italiani erano intenti a fotografare donne locali mentre si bagnavano in un lago, cosa vietata nello Stato indiano. Inoltre, la legislazione locale è ormai piuttosto rigida per quanto riguarda questa escursioni organizzate, per proteggere la privacy dei vari gruppi tribali. Infatti i tour operator attirano sempre più turisti promettendo dei veri e propri “safari umani”, cosa che le autorità indiane stanno cercando di vietare definitivamente.
I rapitori avrebbero anche avanzato delle richieste di riscatto, in un messaggio audio di cui però ancora non è chiara l’autenticità: «Abbiamo imprigionato due turisti italiani. Abbiamo fissato una scadenza per domenica sera per fermare tutte le operazione contro i Naxal e andare avanti con il dialogo sulle nostre richieste in 13 punti. Se il governo non lo farà, sarà l’unico responsabile di ciò che accadrà ai turisti».