Fonti del governo ellenico riferiscono che i leader della coalizione di governo greca avrebbero raggiunto un accordo per nominare nuovo ministro delle Finanze Yannis Stournaras, noto economista e accademico che ha preso parte alle negoziazioni per l’entrata della Grecia nell’euro.  Yannis Stournaras diventerà quindi, con ogni probabilità, il nuovo ministro delle Finanze al posto di Vassilis Rapanos che si è dovuto dimettere per problemi di salute. IlSussidiario.net ha contattato Dimitri Deliolanes, corrispondente in Italia della radio TV pubblica greca ERT, secondo il quale  «Stournaras è certamente un valido economista e, inoltre, non è particolarmente etichettato politicamente. Si tratta di un nome che probabilmente poteva essere preso in considerazione già prima della formazione del governo». Deliolanes ci conferma poi il ruolo di Stournaras all’interno del team che traghettò la Grecia nell’euro e lo definisce «un vero esperto in materia che, per tutto il periodo della crisi, ha spesso rilasciato interviste e pubblicato articoli interessanti a riguardo, esprimendosi in maniera molto critica verso la strategia della troika nei confronti della Grecia, senza peraltro fare sconti alle responsabilità del governo greco». Lo stesso Deliolanes, intervenuto recentemente sulle nostre pagine, aveva definito Rapanos “un’ottima scelta, nominato proprio per le sue capacità tecniche”. Gli chiediamo dunque un nuovo giudizio alla luce di queste novità: «Stournaras è un economista universitario, mentre Rapanos è un banchiere attivo ma, nonostante la differenza tra le due figure sia evidente, ritengo che siano entrambe persone molto valide per ricoprire il ruolo di ministro delle Finanze in Grecia». Intanto, al vertice Ue di Bruxelles, la Grecia si presenterà senza il premier Antonis Samaras, ancora convalescente dopo essere stato sottoposto a un intervento chirurgico per il distacco della retina.



Dopo le dimissioni di Rapanos, potrebbe quindi adesso essere il momento di Stournaras che dovrà, però, inevitabilmente chiarire lo scandalo delle 70 mila assunzioni di pubblici dipendenti fatte in deroga agli impegni assunti con l’Europa.

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