Il sogno di Amelia Earhart era quello di fare il giro del mondo in aeroplano, la prima donna a tentare questa impresa. Amelia era già passata alla storia diventando, dopo Lindbergh, il pilota più famoso del mondo. Nel 1932 infatti aveva compiuto l’impresa di trasvolare l’Atlantico in solitaria, la prima donna a fare ciò. Volando per quattordici ore e cinquantasei minuti partendo da Terranova aveva raggiunto Londonderry nell’Irlanda. In realtà Amelia era già stata la prima donna a trasvolare l’Atlantico, anche se non da sola: nell’aprile del 1928 infatti insieme a un equipaggio composto da altri tre piloti aveva compiuto l’impresa in 21 ore. Dopo la solitaria del 1932 Amelia avrebbe compiuto un’altra impresa straordinaria, volare da una costa all’altra degli Stati Uniti senza fare scalo partendo da Los Angeles e atterrando nel New Jersey. In seguito sarebbe diventata anche la prima donna a volare dalla California alle Hawaii in solitaria. Personaggio affascinante, di una certa bellezza e sicuramente di grandissimo coraggio, Amelia Earhart nasce il 24 luglio del 1897: deve attendere di avere 23 anni per salire per la prima volta su un aereo e come si usa dire non ne sarebbe scesa più. La sua morte è ancora oggi circondata dal mistero: scompare mentre è impegnata nell’impresa che aveva desiderato da sempre, compiere il giro del mondo in volo, aveva solo 40 anni di età. Il suo corpo non venne mai ritrovato e ufficialmente la si considera ancora oggi scomparsa. Per il suo ultimo volo era partita con un aiuto pilota il primo giugno 1937 da Miami. Dopo aver compiuto la maggior parte del viaggio il 2 luglio si trova nei dintorni dell’isola di Howland nel Pacifico quando l’ancia l’allarme: stanno finendo il carburante. Di loro si perdono le tracce. Tanta era la sua fama che il presidente degli Stati Uniti Roosevelt ordina una missione di ricerca composta di nove navi e 66 aerei: le ricerche verranno interrotte il 18 luglio senza alcuna fortuna. Nel corso degli anni la sua scomparsa sarebbe diventato un affascinante mistero pieno di indizi. A lei hanno si sono dedicati il cinema (nel 2010 è uscito un film con Richard Gere in cui Amelia Earhart è interpretata dall’attrice Hilary Swank) e anche la musica. A lei hanno dedicato canzoni Joni Mitichell (Amelia) e Antonella Ruggiero (L’aviatrice), ma ben pochi sanno che a lei fu dedicato un intero disco. Si intitolava ” In Search Of Amelia Earhart” e uscì nel 1972. Autori del disco erano degli inglesi trapiantati in America, i Plainsong, che pubblicarono un solo altro disco e sparirono nel nulla proprio come Amelia. Il membro più famoso della band era Ian Matthews già fondatore dei Fairport Convention. Sebbene inglesi di nascita, i Plainsong musicalmente si ispiravano alla nuova musica californiana, quella di band come gli Eagles, il cosiddetto country-rock. In Search Of Amelia Earhart è un disco molto bello, ricco di ballate caratterizzate da splendide armonie vocali, ottimi intrecci di chitarre acustiche e soprattutto la giusta dose di tristezza e malinconia come si addice a una raccolta di canzoni dedicate a una affascinante donna coraggiosa che aveva dato la vita inseguendo il suo sogno, quello di volare. Curiosamente, la casa discografica che pubblicò il disco si chiamava Elektra, proprio come l’aeroplano con cui Amelia aveva fatto il volo sopra l’Atlantico in solitudine. Il disco fin dalla copertina ricorda Amelia e il suo aeroplano ed è una delle pagine di musica meno conosciute ma più affascinanti che siano mai state pubblicate. I Plainsong evidentemente dovevano essere rimasti colpiti dal mistero della scomparsa di Amelia, infatti il disco si intitola “alla ricerca di Amelia Earhart”. Diverse sono le ipotesi sulla sua scomparsa. Secondo alcuni, in realtà la donna era un agente dei servizi segreti americani e durante il volo sarebbe caduta in mano ai giapponesi che l’avrebbero arrestata. Ci sarebbero testimonianze di prigionieri che dicono di averla vista in campi di prigionia, in uno dei quali sarebbe poi morta di stenti. Secondo altre voci sarebbe stata giustiziata sempre dai giapponesi. Qualche anno fa sull’isola di Nikumaroo venne trovata una scarpa da aviatore della misura 39, quella di Amelia, mentre nel 2010 sempre in quell’isola sarebbero stati trovati dei resti di ossa che sono stati attribuiti a lei.
Questo proverebbe che Amelia non era morta di colpo precipitando con il suo velivolo, ma in seguito, dopo essere rimasta viva sull’isola nessuno sa per quanto tempo. Furono infatti trovati anche dei trucchi da donna, bottiglie di vetro e gusci aperti con un coltello. Cè infine l’ipotesi più fantasiosa, tipica di tanti personaggi celebri americani. Dopo essere stata tenuta prigioniera dai giapponesi, Amelia sarebbe tornata in America prendendo una nuova identità e vivendo tranquilla e nascosta per molti anni, facendosi chiamare Irene Caraigmile Bolam. Ma chiunque sconosce la vera Amelia, sa che non avrebbe mai rinunciato a tornare a volare. Da qualche parte, Amelia Earhart sta ancora volando.
(Paolo Vites)