Fresco di Premio Nobel (insieme a François Englert), non possiamo che tracciare un completo ritratto al fisico britannico 84enne, padre dell’omonimo bosone. Nato nel 1929, laureatosi presso il King’s College di Londra, dopo aver detenuto la cattedra di fisica teorica all’Università di Edimburgo fino al 1996 è stato nominato professore emerito. È membro della Royal Society inglese. Nel 2012 ha ottenuto l’onorificenza britannica dell’Order of the Companions of Honour per i servizi alla fisica, mentre il 29 maggio scorso ha ricevuto il Premio spagnolo Principe delle Asturie per la ricerca scientifica e tecnica. Ma andiamo a ripercorrere le basi teoriche della rivoluzionaria scoperta della particella subatomica. Già all’inizio degli anni’60 Higgs suggerì l’esistenza della particella in questione e all’epoca anche altri due gruppi di ricerca stavano arrivando alla sua stessa conclusione: si tratta di quello di Robert Brout (oggi scomparso) e François Englert dell’Università di Bruxelles (che divide con Higgs il Nobel) e il terzetto Gerald Guralnik, Carl Richard Hagen e Tom Kibble dell’Imperial College di Londra. È celebre per la proposta, all’interno della teoria elettrodebole, che punta a spiegare l’origine della massa delle particelle elementari in generale e dei bosoni W e Z in particolare, supponendo così l’esistenza di una particella subatomica, la cosiddetta “Particella di Dio”. Leggenda vuole che Higgs ebbe l’intuizione nel 1964, mentre passeggiava per le colline scozzesi del Cairngorm; tornato in laboratorio, dichiarò di aver maturato tale grande idea. Per verificarne l’esistenza è stato necessario che il Large Hadron Collider presso il CERN di Ginevra, il più grande acceleratore di particelle mai costruitopotesse testarne l’effettiva esistenza. Il 4 luglio 2012 il verdetto: il CERN di Ginevra ha annunciato l’osservazione di una particella compatibile con il bosone di Higgs. All’annuncio, seduto nella platea dell’auditorium, era presente lo stesso Higgs, che ha accolto la notizia visibilmente con grande commozione. E quest’oggi un’emozione ancora più grande: il Premio Nobel per la Fisica.