Enzo Moavero Milanesi è il ministro degli Affari europei del nuovo governo di Enrico Letta. Braccio destro a Bruxelles di Mario Monti, il suo nome è stato uno dei paletti che l’ex premier ha messo per il sostegno al nuovo esecutivo. Nominato il 30 marzo da Giorgio Napolitano nella commissione dei 10 saggi per le riforme economico-sociali ed europee, con Anna Maria Cancellieri e Filippo Patroni Griffi, Moavero è uno 3 ministri “ripescati” dal precedente governo ed è l’unico ad aver conservato le stesse deleghe e lo stesso dicastero. “Mister Ue” ha speso tutta la sua vita accademica, professionale e politica al servizio dell’Europa, dove ha avuto modo nel corso degli anni di farsi apprezzare da tutti. Nato a Roma nel 1954, giurista, pronipote di Fernando Bocconi, è stato professore alla Sapienza e alla Bocconi prima di intraprendere la sua lunga carriera nella pubblica amministrazione: da ricordare due importanti incarichi ricevuti dall’allora premier Giuliano Amato che nel 1992 gli affida il risanamento degli enti pubblici, e da Carlo Azeglio Ciampi che nel 1993 lo nomina sottosegretario agli Affari Europei. Nel 1995 comincia poi il suo feeling con Mario Monti che da Commissario Ue lo nomina Capo di gabinetto e quando è chiamato a ricoprire l’incarico di Presidente del Consiglio lo richiama alle sue “dipendenze” affidandogli il delicato incarico di tenere i rapporti con l’Unione europea. Nelle ultime elezioni Moavero si è candidato in Scelta Civica ma non è stato eletto. Nel nuovo governo Letta avrà il delicato compito di rappresentare il suo “amico” Mario Monti. Nel 1995 Mario Monti, nominato commissario Ue, lo chiama come capo di gabinetto e inizia un sodalizio tra i due che non si interrompe neanche quando Moavero viene promosso vicesegretario generale della Commissione Europea.